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domenica 27 aprile 2014

Serata tipo - Italian Fast Food

Quante volte guardiamo la pubblicità di famosi fast food americani, con tanto di panini traboccanti di pancetta croccante e con colante formaggio fuso? Vorremmo tanto mordere quella delizia, ma poi ci rendiamo conto che è anche traboccante di grasso e colesterolo. Esiste, però, un semplice sistema per togliersi la voglia di Fast Food ed è quella di realizzarli a casa nostra coi fantastici prodotti italiani di cui abbondiamo. Eccovi, quindi, la nascita dell'Italian Fast Food di Tony! Per festeggiare tale evento, vi presentiamo il Grande Tony Burger: una vera goduria per gli occhi, una vera soddisfazione per lo stomaco! Come film, abbiamo deciso di abbinarci Il violinista del Diavolo, il recente biopic su Paganini: un italiano diventato famoso oltre le Alpi, un vero precursore delle moderne rock star (almeno per come viene descritto nel film!).



La ricetta
Grande Tony Burger









INGREDIENTI (per uno stomaco forte o per 2 persone):

-         1 panino di grano duro italiano;
-         2 hamburger di manzo;
-         1 hamburger di pollo;
-         4 fettine di pancetta;
-         2 fettine di lardo toscano;
-         4 fettine di provola affumicata;
-         2 fettine di formaggio di pecora;
-         mezza zucchina;
-         1 cipolla rossa di Tropea;
-         2 foglie di lattuga;
-         3 fette di pomodoro;
-         1 peperoncino;
-         1 cucchiaio di zucchero di canna;
-         olio, maionese, salsa barbecue, aceto balsamico: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Tagliare la cipolla sottilmente, soffriggerla in padella a fuoco dolce con l’olio e il peperoncino. Sfumare con l’aceto balsamico, aggiungere lo zucchero e fare caramellare.
Tagliare la zucchina sottilmente per il senso della sua lunghezza e cuocere sul grill.
Cuocere gli hamburger su una piastra, su quello di pollo metterci sopra le fettine di formaggio di pecora e dopo sciolto il lardo; su quelli di manzo metterci sopra la provola e dopo sciolta la pancetta precedentemente saltata in padella.
Montare il panino partendo dal basso seguendo questo ordine: pane, maionese, 1 foglia di lattuga, 1 fetta di pomodoro, hamburger di manzo con provola e pancetta croccante, salsa barbecue, cipolle caramellate, hamburger di pollo con formaggio di pecora e lardo, 1 fetta di pomodoro, maionese, zucchine grigliate, hamburger di manzo con provola e pancetta croccante, salsa barbecue, 1 fetta di pomodoro, 1 foglia di lattuga, maionese, pane.

Alessandro Ricchi


La recensione
Il violinista del Diavolo







1830. Niccolò Paganini è un virtuoso violinista che ancora non ha trovato il modo di farsi conoscere al grande pubblico. Un giorno, però, viene contattato da un mefistofelico uomo, tale Urbani, che gli propone un patto: diventerà il suo impresario e lo porterà alla fama, ma il giorno in cui morirà avrà tutto, compresa la sua anima. Così Paganini diventa acclamato in tutta Europa e un famigerato donnaiolo. E se non fosse stata solo una diceria? Se il talento di Niccolò Paganini fosse dipeso da un patto col Demonio in persona? Il film di Bernard Rose si focalizza su questo aspetto della vita del virtuoso musicista, tanto da intitolarlo Il violinista del Diavolo, come spesso veniva denominato Paganini all’epoca. Il perché è da ricercarsi nella velocità dell’esecuzione e nella precisione delle sue mani che si muovevano con un’abilità sovrumana. Il film comincia con un giovane e donnaiolo Paganini, frustrato perché incompreso nel suo talento e nel suo evidente genio musicale. Qualcuno, però, ha notato il suo talento: il misterioso e mefistofelico Urbani. Paganini stringe un patto con Urbani che diventa il suo tutto fare e soprattutto un magico impresario che lo porta alla fama, al successo e alle donne. La fama del talento di Paganini, cresce così di pari passo ai suoi sperperi e sulle storie di amori e passioni.  Urbani è sempre pronto ad aiutarlo, ma anche a sfruttarlo per suo tornaconto personale e, che sia il Diavolo o meno, è un aspetto che resta in bilico per tutto il film, tranne nel finale dove si comprende tutto. Il film di Bernard Rose, seppur appetibile sulla carta, ha un andamento altalenante: a tratti si ama il film, a tratti diventa banale e troppo semplicistico nell’analisi di un artista così importante e che troppe volte appare come uno sciocco burattino nelle mani machiavelliche di Urbani. Certo è che Paganini nel film diventa una vera rock star, dannatamente sexy, dispotica e misteriosa, con fan che svengono a ogni colpo di archetto (con tanto di allusioni sessuali sparse per tutto il film). Ovviamente il bel volto e il talento del musicista David Garrett contribuiscono a creare un Paganini sensuale e intrigante ma, in molte sequenze, è troppo evidente che sia alla sua prima esperienza come attore. Molte scene perdono di appeal proprio per la sua inesperienza, ma la sua musica compensano queste mancanze attoriali, tant’è che i momenti più emozionanti sono proprio legati alle sue esecuzioni. Bravo, sempre bravo, Jared Harris (la nemesi del Sherlock Holmes di Guy Ritchie). Alla fine di tutto, il film si riduce a una nuova versione del Faust di Goethe, con un protagonista che deve barcamenarsi tra la dannazione e l’innocenza rappresentata da una giovane donna.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Serata tipo - Padri e figli

Ci sono tanti papà che, per motivi di lavoro, passano tanto tempo in ufficio oppure sono costretti a viaggiare e non riescono a vivere la quotidianità in famiglia come vorrebbero. Ci sono anche tanti altri papà, poi, che vivono la difficile esperienza della separazione e non riescono a stare vicini ai propri figli, anche a causa di restrizioni giudiziarie. Questi ostacoli, vanno di pari passo con la loro voglia di realizzare un buon rapporto coi loro bambini e, molto spesso, non è cosa facile. Per tutti quei genitori che hanno voglia di non arrendersi, proponiamo il film, ingiustamente bistrattato dalla critica, After Earth che vede protagonisti Will Smith e suo figlio Jaden. Per accompagnare questa visione, ecco una ricetta classica della nostra cucina che sarebbe delizioso realizzare insieme: Rigatoni all'amatriciana.



La ricetta
Rigatoni all'amatriciana





INGREDIENTI per 4 persone:

-         400 g. di rigatoni;
-         4 fette di guanciale dello spessore di 1 cm. ciascuna;
-         400 g. di passata di pomodoro;
-         1 peperoncino;
-         olio evo, sale, vino bianco pecorino romano: q.b.


PREPARAZIONE (25 minuti):

In una padella soffriggere in poco olio il guanciale tagliato a listarelle sottili con il peperoncino, appena il guanciale si sarà dorato sfumare con il vino bianco e aggiungere la passata. Cuocere con coperchio per circa 10 minuti, aggiustare di sale.
Cuocere in abbondante acqua salata la pasta, scolarla al dente e mantecarla nella padella con la salsa intervallando acqua di cottura e pecorino grattato.
Impiattare con una spolverata di pecorino grattato.

Alessandro Ricchi


La recensione
After Earth





In un futuro lontano, l’umanità ha abbandonato la Terra perché diventata inagibile a causa dell’inquinamento. Gli uomini ora vivono su un nuovo pianeta, dove lottano contro le Urse, mostruose creature cieche che percepiscono la presenza di uomini tramite l’odore dato dai ferormoni della paura. Sull’orlo dell’estinzione, un uomo ha trovato il modo per ucciderle: la spettralità. Quest’ultima consiste nel controllo delle proprie emozioni, impedendo alla paura di prendere il sopravvento, diventando così invisibili. Quest’uomo è Cyper Raige, potente ranger che è sempre in missione e trascura la sua famiglia. Quando ritorna dall’ennesima battaglia vinta, ritrova l’amata moglie Faia e il figlio adolescente Kitai che non ha superato l’addestramento pratico per diventare ranger, a causa dei crolli emotivi nelle simulazioni di guerra. Kitai vorrebbe semplicemente che suo padre  fosse fiero di lui e trovare un modo per avvicinarlo emotivamente. L’occasione si presenterà a seguito di un disastro sull’astronave su cui viaggiano i due e che li porterà sulla Terra, ormai ritornata allo stato primigenio. M. Night Shyamalan è un regista molto singolare. I suoi film sono caratterizzati da uno script introspettivo e da personaggi profondi, che conducono sempre alla riflessione. Pur girando horror, lungometraggi apocalittici o fantasy, le sue opere hanno una poesia che ben pochi colleghi riescono a portare su grande schermo. Il film che lo lanciò è Il sesto senso; opera con un impagabile colpo di scena finale, imitato in maniera scadente da altri registi, ha radicalmente cambiato la storia del cinema. A seguire, vi sono stati Unbreakable, Signs, The Village, Lady in the Water, The last airbender ed E venne il giorno. Un po’ bistrattati dal pubblico, questi film hanno un’armonia sorprendente, che si rispecchia negli scarni ma efficaci dialoghi, in scenografie oniriche e musiche  appassionanti. Il suo ultimo lavoro denota tutte queste caratteristiche. After Earth non è solo un semplice sci – fi dagli spettacolari effetti speciali è un’opera di formazione, di crescita e, contemporaneamente, un’analisi del rapporto padre –figlio. Senza usare pietismi e solo grazie a stringati dialoghi, fra cui spicca uno al vetriolo fra Kitai e Cyper, il regista ci mostra il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Kitai è costretto ad affrontare le proprie paure, prima legate al piano fisico e poi a quello emotivo, diventando un giovane uomo. Molti sono i momenti emozionanti del film, che coinvolgono grazie alla bravura dei due attori, Will e Jaden Smith, padre e figlio nella finzione e nella realtà, che duettano perfettamente su grande schermo. Il loro rapporto è costellato di incertezze, di rabbia e sentimenti repressi. Kitai, come ogni figlio, vorrebbe un padre orgoglioso di lui e Cyper, un figlio indipendente che sappia difendersi e sopravvivere anche senza il suo supporto.  After Earth è un film che ti colpisce poco a poco ma che riesce ad emozionare. Da vedere.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!


©RIPRODUZIONE RISERVATA


martedì 22 aprile 2014

Serata tipo - Vega chiama!

Giochiamo con le parole! Alessandro ha ideato una sfiziosa ricetta per i vegani, i vegetariani e gli intolleranti al lattosio: gli Struffoli Vegani. Una ricetta venuta direttamente da un'altro pianeta, Vega appunto, che soddisferà anche i palati più esigenti in materia di verdure e affini. Per una ricetta interplanetaria, non potevamo che abbinarci L'uomo d'acciaio, alias Superman. Enjoy!


La ricetta
Struffoli Vegani




INGREDIENTI per 4 persone:

-          125 g. di tofu;
-          1 carota grande;
-          1 zucchina grande;
-          1 patata grande;
-          25 g. di pistacchi sgusciati;
-          250 g. di fagioli cannellini (o mezzo broccolo romanesco);
-          1 bicchiere di latte di soia;
-          5 foglie di alloro;
-          200 g. di pangrattato;
-          olio evo, sale, pepe nero, pepe rosa in grani, paprika forte, salvia, origano, erba cipollina, curry: q.b.


PREPARAZIONE (25 minuti):

Pulire e tagliare a dadini la carota, la zucchina e la patata; cuocere il tutto al vapore per 10 minuti. In un’insalatiera mettere i dadini di verdure, il tofu precedentemente grattato, i pistacchi tritati, le foglie di alloro tritate, il sale e tutte le spezie ad eccezione del pepe rosa in grani. Schiacciare con una forchetta poi continuare a lavorare il composto con le mani.
Creare delle polpette di diverse dimensioni e passarle bene nel pangrattato. Cuocere in forno caldo a 200° per 10 minuti. Nel frattempo creare una crema di fagioli frullandoli con il latte di soia, un pizzico di sale e di pepe nero. Si possono sostituire i fagioli con del broccolo cotto al vapore.
Impiattare disponendo un letto di crema di fagioli, le polpette in senso verticale dalle più grandi alle più piccole. Ricoprire il tutto con altra crema di fagioli e il pepe rosa in grani.

Alessandro Ricchi


La recensione
L'uomo d'acciaio





Sul pianeta Krypton il neonato Kal, figlio dello scienziato Jor-El e di sua moglie Lara Lor-Van, è il primo bambino concepito tramite parto naturale dopo millenni di manipolazioni genetiche. Per salvarlo da un imminente catastrofe naturale che sta distruggendo il pianeta, i genitori decidono di andare contro le leggi del loro popolo lo fanno fuggire in una navicella di salvataggio che lo porterà sulla Terra. Intanto, il generale Zod, leader militare ed esaltato patriota, tenta un colpo di stato nella convinzione di salvare il pianeta dalla rovina grazie ai codici genetici della stirpe kryptoniana. Zod viene fermato proprio da Jor-El, che ha precedentemente trafugato i codici e li ha nascosti nella capsula assieme al figlio. La navetta di Kal-El riesce a prendere il volo appena in tempo e Zod, preso dall’ira, uccide Jor – El. Il consiglio kryptoniano arresta il generale rinnegato e i suoi sottoposti e li condanna all'esilio nella Zona Fantasma. Lara ha a malapena pochi minuti piange suo marito mentre osserva l'autodistruzione del suo amato pianeta. La navicella atterra in una cittadina del Kansas, dove il piccolo Kal-El viene trovato da una coppia di contadini,Jonathan e Martha Kent, che decidono di crescerlo come loro figlio e lo chiamano Clark…
Dopo sette anni dal flop di Bryan Singer, Superman Returns, la Warner cerca di riportare in auge il supereroe più famoso dell'universo fumettistico. Con Zack Snyder alla regia, David S. Goyer alla sceneggiatura e Christopher Nolan in veste di co-produttore, L'uomo d'acciaio nasce con la velleità di ridare dignità aurorale e maturità artistica all'universo di Superman. Due sono gli aspetti evidenti fin dalla prima sequenza del film: spettacolarità ed epica. Lo script, infatti, è costruito come se fossimo davanti ad un film drammatico pieno di flashback del protagonista che servono ad approfondirne la psicologia.Altro aspetto interessante è, non a caso, l'approfondimento psicologico dei personaggi, come già Nolan aveva effettuato per la sua trilogia dedicata a Batman. Pur essendo davvero spettacolari le sequenze dei combattimenti e l’originale e tecnologico pianeta Krypton, i momenti migliori sono quelli in cui il film analizza il passato e il tormento di Kal – El, alias Clark Kent. Ben riuscite, in tal senso, le due figure paterne che influenzano scelte e carattere del protagonista. Pa Kent, che purtroppo muore troppo presto, è interpretato da un Kevin Costner, davvero in parte e che riesce a commuovere. Lo stesso dicasi per il convincente Russell Crowe nelle vesti di Jor-El. L’infanzia tormentata di Clark Kent, i suoi problemi legati all’isolamento al sentirsi diverso dagli altri, sono il vero fulcro del film, ciò che poi giustifica maggiormente la sua scelta di diventare il difensore dell’umanità. Come già era stato per il Batman e il Joker di Nolan, anche questo Superman abbandona l’aspetto fumettistico, per regalarci una figura più umana, più vulnerabile e più profonda rispetto all’eroe a cui ci eravamo abituati. Buona la prova attoriale di Henry Cavill, che assomiglia molto allo scomparso Christopher Reeve, il quale vestì i panni del primo Clark Kent cinematografico, seppur un po’ insicuro in alcune scene. Amy Adams è una dolcissima e caparbia Lois Lane che riesce ad oscurare gli altri attori sul set, soprattutto Michael Shannon (Zod) e Laurence Fishburne (Perry White). Come sempre meravigliosa è la colonna sonora del premio Oscar Hans Zimmer, che già aveva collaborato con Nolan per la trilogia di Batman. Le aspettative verso questo film erano davvero tante e, per fortuna, sono state ben ripagate.
Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Serata tipo - Insegnare ad affrontare la Vita con una merenda

Tra i post più visitati e apprezzati c'è Raccontare la Storia con una merenda. Abbiamo, quindi, pensato a un nuovo articolo sulla medesima scia, che possa aiutare i genitori a spiegare quanto la vita possa essere difficile e che si possono incontrare diversi ostacoli. L'incredibile storia di Winter il delfino è la storia vera di un piccolo e coraggioso mammifero, che insegna come quelle medesime difficoltà si possano sempre superare. Per tali insegnamenti, ci vuole una bella e sana fetta di Torta all'arancia. Dedicato, soprattutto, a quelle famiglie con bambini che affrontano gravi malattie.


La ricetta
Torta all'arancia




INGREDIENTI per 8 persone:

-          3 uova;
-          200 g. di zucchero;
-          300 g. di farina;
-          3 cucchiai di olio evo;
-          3 cucchiai di dadini di arancia candita;
-          3 cucchiai di gocciole di cioccolato;
-          1 bicchiere di spremuta di arancia o succo di arancia.


PREPARAZIONE

Sbattere con una frusta i tuorli, aggiungere lo zucchero, l’olio e le chiare montate a neve, continuare a lavorare. Aggiungere la farina poco per volta e la spremuta di arancia, sbattere bene. Aggiungere i dadini di arancia candita e le gocciole di cioccolato. Mettere il composto in una tortiera con carta forno, cuocere in forno caldo a 180 ° per circa 40-45 minuti.
Potete decorare con fettine di arancia, zucchero a velo, pezzetti di cioccolato fondente e glassa di cioccolato.

Alessandro Ricchi


La recensione
L'incredibile storia di Winter il delfino




Mentre nuota libero, un piccolo cucciolo di delfino si ritrova impigliato in una trappola per granchi che gli procura una ferita gravissima alla coda. Il primo a soccorrerlo sulla spiaggia è il giovane Sawyer che lo libera dalla trappola; fra i due, inevitabilmente, nasce una connessione emotiva molto forte. Il cucciolo, che si scopre essere una femmina, viene trasportato al Clearwater Marine Hospital dove viene battezzato col nome di Winter. Purtroppo l’appassionato biologo marino Clay Haskett è costretto ad amputargli la coda pur di salvarle la vita. E’ solo l’inizio della lotta di Winter per la sopravvivenza; per fortuna, al suo fianco, ci sarà sempre Sawyer.
Questa è la vera storia del piccolo delfino Winter e della comunità di Clearwater che si è adoperata per salvargli la vita. Sicuramente qualche detrattore, che accuserà il film di far leva su facili sentimentalismi, ci sarà eccome, ma qui si ritiene ben altro. L’incredibile storia di Winter il delfino di Charles Martin Smith non è solo la commovente storia di un cucciolo da salvare ma anche la nascita di un esempio per milioni di persone con gravi disabilità fisiche. Perché Winter, e il finale non è un segreto visto che campeggia anche sulla locandina del film, sopravvive grazie ad una protesi che le consentirà di nuotare come se non avesse mai perso la coda. Nel corso della storia l’adorabile delfino affronta non poche difficoltà fisiche e persino emotive, che vengono vissute da qualsiasi essere umano si ritrovi di fronte alla perdita di un arto; ancora oggi Winter riceve le visite di bambini e adulti che riprendono da lei il coraggio di affrontare una disabilità e sopravvivere. In oltre, il materiale con cui è stata creata la protesi (Wintergel), ideata dal dottor Cameron McCarthy interpretato da un formidabile Morgan Freeman, viene adesso utilizzata nella realizzazione di protesi umane.Un forte messaggio, quindi, che il film porta con sé e che può far sognare adulti e bambini. E’ inevitabile non lasciarsi commuovere dal momento topico in cui Winter finalmente riesce a nuotare di nuovo scampando così alla morte per soppressione. Ovviamente il film ha aggiunto un po’ di romanzo alla storia originale, inserendo la figura del bambino Sawyer creando così maggiore appeal per il pubblico più giovane; magari qualche bambino si immedesimerà in questo piccolo protagonista un po’ chiuso ed amareggiato dalla vita ma che troverà nei delfini una nuova passione da vivere. La sceneggiatura di Karen Janszen e Noam Dromi non lascia nulla di intentato ma anzi regala dialoghi semplici e veritieri e diverse perle di saggezza da conservare; da additare, purtroppo, un paio di momenti che odorano un po’ troppo di “americanata” e che stonano col resto della storia. Infine, i titoli di coda vengono accompagnati dai veri spezzoni del salvataggio del delfino e dalle prove delle varie protesi. Buon il cast di attori. Oltre al già succitato premio Oscar Morgan Freeman, ci sono due piccole promesse del cinema: Nathan Gamble (Sawyer) e Cozi Zuehlsdorff che interpreta Hazel, figlia di Clay. Ovviamente spicca anche Winter che interpreta proprio se stessa. Un film da vedere e che sarà meglio accompagnare con piccolo fazzoletto da portare in tasca.
Per chi volesse vedere Winter può andare sul sito http://www.seewinter.com/

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


giovedì 17 aprile 2014

Serata tipo - Per gli amici che se ne vanno... e che magari poi tornano!

Scusate i convenevoli, ma questo post è un po particolare. Un abbraccio e un in bocca al lupo ai nostri amici Barbara e Giuseppe che torneranno a vivere in Puglia. A loro è dedicata questa serata tipo con una ricetta realizzata grazie a un loro piccolo regalo: un misto di pasta fresca tipica pugliese. Per cui, Alessandro, ha pensato a creare Mix Puglia con pesto di zucchine e salsicce. Come film, abbiamo deciso di abbinarci Tutto sua madre, una commedia brillante, spiritosa e intelligente, proprio come sono Barbara e Giuseppe. Bacioni romani!


La ricetta
Mix Puglia con pesto di zucchine e salsicce




INGREDIENTI per 2 persone:

-          250 g. di pasta fresca pugliese mista (orecchiette e cavatelli o strascinati);
-          2 salsicce di suino grandi;
-          3 zucchine;
-          1 manciata di foglie di basilico;
-          1 ciuffo di prezzemolo;
-          1 peperoncino;
-          6 foglie di menta;
-          20 g. di pinoli;
-          olio evo, sale, pecorino, vino bianco: q.b.


PREPARAZIONE  (25 minuti):

Mettere in un mixer le zucchine pulite e tagliate a dadini, i pinoli, il peperoncino, il basilico, il prezzemolo e la menta precedentemente puliti. Aggiungere l’olio e il sale e frullare il tutto.
Spostare il pesto in una padella e scaldarlo dolcemente. Contemporaneamente cuocere in un padellino le salsicce tagliate a pezzi e private della pelle, sfumare con vino bianco. Spostare le salsicce nella padella con il pesto e amalgamare il tutto.
Cuocere in abbondante acqua salata la pasta fresca, scolarla al dente e mantecarla nella padella con la salsa intervallando acqua di cottura e pecorino.
Impiattare con una spolverata di pecorino.

 Alessandro Ricchi


La recensione
Tutto sua madre




Questa è la storia di Guillaume, un ragazzo di una facoltosa famiglia francese. Terzo di tre fratelli, adora e ammira sua madre e la imita in tutto e per tutto. Spesso vive persino dialoghi immaginari a due con lei, nel corso delle situazioni più difficili. Questa sua devozione viene scambiata da tutta la sua famiglia, soprattutto dal padre, come segno di una sua omosessualità. Persino Guillaume arriva a credersi una donna, alimentando la convinzione di amici e parenti. Scoppiettante, esilarante e geniale. Tutto sua madre è l’esordio cinematografico dell’attore teatrale Guillaume Gallienne. Una sceneggiatura frizzante che non annoia mai, che fa ridere di cuore, sorridere e persino commuovere senza mai forzare la mano sulle situazioni. Viene subito da pensare che in Italia avrebbero realizzato un film volgare che avrebbe infastidito tutti gli omosessuali presenti in sala, ma Gallienne ha una grazia, sia nella regia che nello script, grazie alla quale conquista fin dai primi minuti della storia. Nel corso del film ritroviamo persino attimi di metateatro e metacinema che si intrecciano in un gioco di rimandi tra realtà e finzione che giunge sempre nei giusti momenti narrativi. La storia di Guillaume è, purtroppo, molto attuale. L’omosessualità viene derisa, presa in giro e, sempre più spesso, fonte di omofobia che sfocia nella violenza. Per sua sfortuna, Guillaume conosce tutto questo dentro e fuori la casa. Il colpo di scena finale che vede scomparire l’omosessualità in favore di una eterosessualità colpisce non solo il protagonista, ma anche il pubblico. Il messaggio è: non è detto che un uomo che ami l’arte e ammiri le donne, ma disprezzi lo sport, debba essere necessariamente gay. L’elemento che più colpisce è il risvolto dato dal personaggio della madre di Guillaume: era lei che ha sempre voluto che il figlio fosse gay, perché ha sempre desiderato una figlia femmina e non voleva avere rivali nel cuore del suo adorato figlio. Tutto questo è al servizio di un istrionico artista che interpreta sia se stesso che la madre ed è davvero credibile in entrambe le parti. Da vedere assolutamente.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


martedì 15 aprile 2014

Serata tipo - Just for men

Le donne non si arrabbino, ma questo post è dedicato ai maschi. Partiamo dalla scelta del film: Sucker Punch. Seppur sia una storia accattivante anche per un pubblico femminile (ragazze problematiche, amicizia e solidarietà femminile), è indubbio che le sexy e kick -ass protagoniste dai succinti abiti colpiranno l'immaginario collettivo maschile. Per questo film, abbiamo pensato a una ricetta sostanziosa e verace: Mezze maniche alla gricia con carciofi. Tranquille ragazze, che presto arriverà un post solo per voi...


La ricetta
Mezze maniche alla gricia con carciofi




INGREDIENTI per 4 persone:

-          400 g. di mezze maniche rigate;
-          4 fette di guanciale dello spessore di 1 cm. ciascuna;
-          3 carciofi romaneschi;
-          1 spicchio d’aglio;
-          2 peperoncini;
-          olio evo, mentuccia, pecorino romano, sale, vino bianco: q.b.;




PREPARAZIONE (35 minuti):

Pulire i carciofi, inserire alcune foglie di mentuccia al loro interno, salarli; cuocerli con coperchio all’interno di una casseruola insieme all’aglio, diviso a metà e privato dell’anima, l’olio e un peperoncino.
Tagliare le fette di guanciale in strisce sottili e abbrustolirle in una padella con poco olio e un peperoncino, sfumare con il vino. Aggiungere i carciofi tagliati a pezzetti e far insaporire per pochi minuti a fuoco basso.
Cuocere le mezze maniche in abbondante acqua salata, scolarle al dente e ripassarle nella padella intervallando pecorino ed acqua di cottura.
Impiattare con una spolverata di pecorino e con un quarto di un carciofo.

Alessandro Ricchi


La recensione
Sucker Punch





Anni cinquanta. Baby Doll è una ragazza di vent’anni che di recente ha perso la madre. Il patrigno scopre che la donna ha lasciato tutto a lei ed alla sua piccola sorellina; arrabbiato, l’uomo decide di riversare le sue frustrazioni sulla piccola, ma Baby Doll interviene e spara un colpo alla cieca. Purtroppo uccide per sbaglio la sorella. Il patrigno ne approfitta e decide di farla internare in un manicomio per sole ragazze; ma questo non gli basta. Corrompe il capo infermiere Blue per assicurarsi che a Baby Doll venga praticata una lobotomia totale. La ragazza avrà cinque giorni di tempo per scappare e portare con sé le sue nuove amiche: Sweetie, sua sorella Rocket, Blondie e Amber.Un progetto cullato da circa dieci anni. Zack Snyder, già regista di 300, Watchmen e Ga’Hoole, continua col genere visionario. A differenza dei precedenti lavori, tratti da fumetti o romanzi, Sucker Punch nasce da un’idea originale del regista che aveva come primo obiettivo quello di realizzare un film tutto al femminile che contrastasse il testosterone di 300. Questa sua ultima fatica non è pane per tutti i denti; per chi ama il fantasy e gli effetti speciali sarà una vera manna dal cielo, ma per gli altri sarà un guazzabuglio incomprensibile, con una trama decisamente semplice. Gotico, visionario, ma anche cupo e triste, Sucker Punch racconta una storia di ragazze interrotte, con un nuovo piglio immaginifico. Pur essendo un tema sfruttato in più salse, Snyder riesce, infatti, a donare nuovo vigore allo scenario dei disturbi mentali e delle case di cura. Tutto si gioca sulla fantasia di Baby Doll che ci conduce in più sottolivelli, il cui primo è la casa d’appuntamenti d’alto bordo, e il secondo è una guerra fuori dallo spazio e dal tempo, dove lei e le sue amiche sono spietate guerriere. Non a caso, il film comincia con il sipario di un teatro che si apre di fronte a noi: tutto quello che stiamo per vedere è pura finzione. Il gioco regge e vieni coinvolto in questo rimando di mondi fantastici, che porta inevitabilmente a parteggiare per le ragazze e sperare nella loro fuga. Perché la storia è tutta qui: queste cinque ragazze vogliono fuggire dal manicomio e questa è la storia della loro fuga. Ciò che veramente colpisce del film è la grafica, la scenografia e la martellante colonna sonora; da questi punti di vista sembrerebbe di assistere ad un videoclip di due ore. Fantastica, in tal senso, è la prima lunghissima sequenza del film; con un ralenti dietro l’altro veniamo immersi nello spirito drammatico della vicenda attraverso un racconto per immagini e voce fuori campo. La scenografia, firmata da Rick Carter, nome spesso associato a registi come Steven Spielberg o Robert Zemeckis, è un capolavoro, che accosta retrò e modernità con ambienti a volte claustrofobici a volte ariosi. La colonna sonora annovera remix creati per l’occasione, come la celebre Army of me di Björk, Sweet Dreams (are made of this) degli Eurythmics o We will rock you dei Queen; remix che calzano a pennello e vengono sempre inseriti nei giusti attimi. Tante le potenzialità di questo film, che vengono messe da parte in favore di una regia che offre un concerto per immagini e suoni. Poteva essere un film femminista, ma in realtà si rivela un fantathriller sparatutto con guerriere dai visi di bambola e vestiti in lattice neri. Insomma Sucker Punch rientra nella categoria delle “americanate”, ma che tanto possono piacere agli italiani.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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giovedì 10 aprile 2014

Intermezzo - Stasera cucina Tony ® ... a casa sua!






Lo Chef Alessandro Ricchi ne ha pensata un’altra! Ovvero: Stasera cucina Tony ® nella sua abitazione. Ogni fine settimana lo Chef Alessandro Ricchi cucinerà direttamente a casa sua, accogliendo turisti stranieri e italiani, per fargli conoscere la tradizionale cucina casalinga italiana e romana, oltre al gusto per il buon cibo e per il buon vino. Ovviamente, il tutto, verrà assaporato in un’atmosfera familiare e rilassata e in una location esclusiva, situata al centro di Roma, a pochi passi da S. Pietro, in un vicolo silenzioso e caratteristico.




Per voi clienti, verrà messa a disposizione la sala da pranzo e, se il tempo sarà clemente, anche il giardino con barbecue. I posti sono limitati ed è, quindi, necessario chiamare per prenotare.
Potete scegliere il vostro menu tra quelli proposti, che sono indicativi e dipendono dalla reperibilità della materia prima. E', inoltre, possibile concordare con lo Chef un menu diverso a seconda delle esigenze.
Il menu scelto o concordato comprende antipasto, primo, secondo, contorno, frutta, dolce e vino selezionato appositamente dallo Chef per quel menu.
Lo Chef farà la spesa poche ore prima del pasto per garantire la massima freschezza dei prodotti che saranno sempre di stagione e selezionati con cura.
I prezzi sono comprensivi della spesa, del servizio e del vino proposto dallo Chef, oscillano tra i 35 e i 70 Euro e dipendono dal tipo di materia prima utilizzata e dal tipo di vino scelto.




Da aprile a giugno 2014, sono disponibili il pranzo e la cena del sabato e il pranzo della domenica. Dal 4 Agosto 2014 e per tutto il mese, lo Chef accoglierà i suoi clienti non solo nei weekend, ma anche per tutto il corso della settimana.

Menu Stasera cucina Tony...a casa sua!

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Volantino Stasera cucina Tony...a casa sua!



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Intermezzo - Sta arrivando Il Signore dei Racconti!

In questo post non troverete ricette o recensioni, ma una gradita notizia! Elena, oltre a essere una giornalista, è anche un'aspirante scrittrice. La lieta novella è che la casa editrice Gruppo Albatros - Il Filo pubblicherà il suo primo romanzo. Un urban - fantasy dai tratti horror che vi saprà emozionare e spaventare: Il Signore dei Racconti. Vedete? Non si devono mai abbandonare i propri sogni, anche in questo periodo dove ci dicono tutto il contrario. Continuate a seguirci per avere notizie sulle presentazioni del libro e su dove poterlo comprare! Intanto, gustiamoci in anteprima la copertina... Inquietante, non trovate?





Fin dove ti spingeresti per ottenere ciò che desideri? Pur di vincere, cosa daresti in cambio? Giulio è un adolescente di quattordici anni, problematico e introverso. La sua passione è la lettura e nei temi non lo batte nessuno, ma, in ogni altro campo è un disastro. Carlo, il suo migliore amico, è tutto il suo opposto. Dopo uno strano terremoto che colpisce Roma, Giulio si sente stranamente osservato. Un Essere potente, il Signore dei Racconti, ha deciso di cambiare le carte del suo Destino...


Per info: Elena Mandolini

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Intermezzo - Stasera cucina Tony!

Nasce l’iniziativa “Stasera cucina Tony®…la buona cucina direttamente a casa vostra” di Alessandro Ricchi, Chef a domicilio e Personal Chef.



Non potevo non condividere con voi questa mia passione. Il benessere e la salute cominciano dalla tavola e il mio obiettivo è farvi stare bene, deliziando il vostro palato, avvolgendovi con profumi che stuzzichino il vostro languorino e persino facendovi mangiare con gli occhi, perché l’appetito arriva anche davanti a un piatto ben curato e ben presentato.
Aggiungeteci, poi, anche la professionalità, l’inventiva culinaria e un’ottima igiene e pulizia, con tanto di attestato HACCP, che aumentano il livello della vostra esperienza sensoriale. Il tutto nella assoluta comodità della vostra casa. Esercito l’attività anche per le persone anziane sole e per tutti coloro che non hanno tempo o voglia di cucinare.
Mentre sono tra i fornelli potrete godervi serenamente la serata in compagnia dei vostri ospiti, intrattenendoli senza fare la spola tra la tavola e la cucina. La mia presenza sarà discreta e non disturberà le conversazioni con i vostri amici, mariti o mogli, fidanzati/e, parenti o colleghi di lavoro. Mi occupo di tutto: spesa, servizio in tavola, musica di sottofondo, realizzazione e presentazione del menu proposto e concordato con voi, abbinamenti cibo-vino, abbinamenti cibo-film e pulizia finale. Il mio servizio è all’insegna della qualità, della raffinatezza e dello sfizio. Soddisfo ogni tipo di esigenza o desiderio, prendo in considerazione anche menu del territorio (in particolare cucina romana, maremmana e abruzzese), biologici, vegetariani, per intolleranti e allergici e per i bambini.
Insieme a voi concorderemo la data, il menu, eventuali servizi aggiuntivi e tutto il necessario per creare l’atmosfera più adatta al vostro evento (tavola, musica, candele, film, etc..).
Prima del grande evento effettuerò un sopralluogo per esaminare la vostra cucina, le attrezzature di cui disponete e la tavola. Il numero degli ospiti è legato alle caratteristiche della cucina e dei fornelli. Il giorno concordato verrò con largo anticipo con la spesa, preparerò la location e inizierò a cucinare per realizzare una serata indimenticabile. Nel momento in cui sarete a tavola servirò le portate, spiegherò le ricette e presenterò il vino da me consigliato per meglio esaltarne i sapori.
E se decidete di organizzare il vostro evento anche all’ultimo momento, non c’è da preoccuparsi, ci metteremo d’accordo per realizzare menu veloci, ma gustosi, con quello che il mercato giornaliero ha da offrire.
Svolgo anche altri servizi aggiuntivi, sempre a domicilio, come torte dolci e salate, corsi di cucina, catering, buffet e barbecue. Sono previste anche promozioni, regali e coupon con cui potete regalare cene o pranzi, corsi di cucina e torte ai vostri amici e parenti.
Davvero ancora non vi ho convinti? Allora non vi resta che provare la cucina di Tony a casa vostra!

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martedì 8 aprile 2014

Serata tipo - Evergreen Bis

Visto il successo che ha avuto il post Evergreen, abbiamo pensato di fare il bis. Anche in questo caso, abbiamo scelto un piatto che troviamo da sempre sulle nostre tavole, accompagnato da un film romantico e, al contempo, avvincente e che tocca il tema della psicoanalisi. Stiamo parlando rispettivamente di: gli Spaghetti con le vongole e Marnie di Alfred Hitchcock.


La ricetta
Spaghetti con le vongole




INGREDIENTI per 2 persone:

-          200 g. di spaghetti;
-          500 g. di vongole veraci;
-          2 spicchi d’aglio;
-          2 peperoncini;
-          Olio evo, sale, prezzemolo, bottarga di muggine: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Mettere le vongole in una pirofila con acqua e sale per alcuni minuti, sciacquarle bene e metterle in una padella con l’olio, i peperoncini e gli spicchi d’aglio tagliati a metà e privati dell’anima. Cuocere con coperchio solo il tempo necessario per aprirle. Spostare una decina di vongole in un altro padellino insieme ad un po’del loro liquido, sbucciare tutte le altre e lasciarle nella padella grande.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolarla molto al dente e saltarla in padella. Aggiungere acqua di cottura all'occorrenza.
Impiattare aggiungendo le vongole tenute da parte nel padellino, una spolverata di prezzemolo tritato e una grattata di bottarga.

Alessandro Ricchi


La recensione
Marnie





Marnie è una donna molto attraente che, a seguito di un grave trauma subito da bambina, è sempre fredda, scontrosa ed evita ogni contatto fisico con gli uomini. Marnie è anche una ladra e una bugiarda, il cui unico affetto è la madre. La vita di quest’ambigua donna, cambierà a seguito dell’incontro con l’affascinante Mark Rutland. Alfred Hitchcock col film Marnie riassume i temi psicoanalitici a lui più cari: paura della figura materna, matrimonio come gabbia esistenziale, distruzione e poi costruzione dell’idea di famiglia. Oltre a tutte queste tematiche, il regista decise di toccare anche nuovi aspetti della psicologia, quali il feticismo e il sadomasochismo, seppur presenti in maniera blanda. L’elaborazione della sceneggiatura tratta dall’omonimo romanzo di Winston Graham fu molto complessa, richiese ben tre sceneggiatori e durò circa tre anni. Rispetto al libro, Hitchcock ha deciso di raccontare il feticismo in maniera differente: Graham spiega che Mark vuole andare a letto con Marnie perché la ama e non perché è una ladra e tale caratteristica è per lui un deterrente e non un incentivo come avviene nel film. Un altro elemento cruciale fu l’utilizzo dei colori per esprimere le emozioni e le pulsioni della protagonista. Ciò che interessava al regista era di passare da un’atmosfera cupa e tenebrosa, a una più luminosa e serena e viceversa. Questi passaggi vennero concretizzati attraverso, appunto, l’utilizzo di diversi colori. Nella maggior parte del film vengono usate tonalità molto attenuate, in modo da contrastare e mettere in evidenza il rosso, che doveva essere la nuance più forte e preponderante e la rappresentazione della morte; nella casa di Mark è il giallo il colore prevalente e simboleggia il sole e la vita; infine la scena del flashback, che svela il doloroso segreto di Marnie, è quasi priva di colori per dare maggiormente l’idea di un ricordo sfocato e sbiadito. Com’è stato spesso documentato, tutti i film di Hitchcock sono stati sottoposti a un rigoroso lavoro di storyboarding, al punto tale che si racconta che il film si sarebbe potuto girare anche senza la presenza del regista sul set e Marnie non fa eccezione. Da un punto di vista prettamente tecnico, vennero introdotte molte soggettive, dedicate soprattutto allo sguardo della protagonista; l’unico momento in cui viene utilizzata per Mark è la sequenza in cui lui trova Marnie svenuta nella piscina della nave dove stanno compiendo la luna di miele. L’uso del primo piano, invece, non viene sempre utilizzato per raccontare le emozioni dei personaggi, ma per far entrare il pubblico nella psicologia dei protagonisti e, a differenza di altri precedenti lavori, Hitchcock non ha utilizzato spesso lo zoom. Un momento importante è la scena dell’autoipnosi regressiva, in cui utilizza la tecnica vertigo, ideata da Hitchcock e usata per la prima volta nel suo omonimo film e che consiste nella combinazione di un dolly in avanti e un controzoom. Al di là della bellezza della tecnica è la scelta, azzeccatissima, degli attori protagonisti che contribuisce maggiormente alla riuscita del film. Sean Connery e Tippi Hedren sono sensuali, affascinanti e coinvolgenti. Da vedere per chi ama le tormentate storie d’amore, condite con un pizzico di mistero e un tuffo nella psicoanalisi.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!


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Serata tipo - Impressionare con semplicità

Molto spesso si ha l'esigenza di dover invitare colleghi con cui dobbiamo creare un buon rapporto, o parenti che non vediamo da tanto e con cui non abbiamo molta confidenza. Sicuramente, in queste occasioni, il nostro obiettivo è quello di fare bella figura. La finalità di questo post è mostrarvi che, con pochi e semplici ingredienti, si può creare un piatto d'effetto e raffinato: la Vellutata di ceci con gamberoni. Se poi, ci volete aggiungere anche un film importante e riflessivo, allora vi consigliamo Il passato.


La ricetta
Vellutata di ceci con gamberoni




INGREDIENTI per 2 persone:

-          230 g. di ceci;
-          6 gamberoni;
-          2 carote;
-          2 coste di sedano;
-          2 scalogni;
-          2 peperoncini;
-          2 spicchi d’aglio;
-          500 ml. di acqua;
-          3 pomodori san marzano;
-          Olio evo, vino bianco, rosmarino: q.b.


PREPARAZIONE (60 minuti):

Lavare i gamberoni e metterne uno da parte. Togliere la testa e i carapaci agli altri, soffriggerli in una casseruola con l’olio, un peperoncino e uno spicchio d’aglio. Appena dorato, togliere l’aglio e aggiungere l’acqua, uno scalogno diviso a metà, i pomodori san marzano divisi in quattro parti, una carota e una costa di sedano tagliati a pezzi grandi. Portare ad ebollizione e cuocere a fuoco basso per 15 minuti, filtrare il brodo.
Tagliare una carota, un sedano e uno scalogno i piccoli quadratini e soffriggerli in padella con l’olio, un peperoncino e uno spicchio d’aglio. Appena dorato l’aglio, toglierlo e sfumare con il vino bianco.
Aggiungere i ceci e ripassarli insieme agli odori per 5 minuti, spostare il tutto in un contenitore alto, aggiungere il brodo e frullare. Rimettere la crema così creata nella padella, aggiungere i gamberoni sgusciati e cuocere per 5 minuti.
Impiattare utilizzando il gamberone rimasto, precedentemente scottato in un padellino, una spolverata di rosmarino tritato e 4 gallette di riso.

Alessandro Ricchi


La recensione
Il passato




Una matrioska di segreti. Ahmad, dopo quattro anni di separazione, torna a Parigi da Teheran per fermare le carte del divorzio. La sua futura ex moglie, Marie, sta per risposarsi, ma la figlia adolescente Lucie cova un forte risentimento nei confronti della madre e del suo futuro compagno. Ahmad, che si era affezionato alla ragazza, decide aiutarla e di capire cosa ci sia dietro questo suo forte disagio. Asghar Farhadi, già regista di Una separazione, riesce ancora una volta a entrare nel vivo dei sentimenti umani, anche quelli più bassi, senza paura di sporcarsi le mani. Il passato, presentato in concorso al Festival di Cannes, è una storia di risentimenti, egoismi e incomprensioni. Farhadi declina le doti dell’universo femminile dalle sue forme più alte a quelle più infide: l’amore incondizionato, l’affetto, la gelosia, il tradimento, l’odio. E ci riesce attraverso un film costruito ad hoc, a una sceneggiatura scritta alla perfezione che riesce a coinvolgere al punto tale da far passare senza noia le più di due ore di film. Come se fosse una gigantesca matrioska, la storia svela una serie di segreti chiusi l’uno dentro l’altro e cadenzati dai conflitti e dai rapporti dei protagonisti. E più un segreto conduce a un altro, più si ha voglia di scoprire cosa si nasconda in fondo al rapporto tra Marie e Lucie. Un bel cast riesce a sorreggere questa storia appassionante e la bravura di Bérénice Bejo (Marie) è davvero sorprendente. Non a caso, ha vinto il premio come migliore attrice a Cannes. Da vedere, per capire come lavora un maestro del cinema.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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