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domenica 25 maggio 2014

In attesa delle presentazioni ufficiali del romanzo di  Elena, Il Signore dei Racconti edito da Gruppo Albatros - Il Filo, vi indichiamo alcuni link da dove è già possibile ordinarlo:

Amazon
Mondadori
Ibs




Per ulteriori info anche sulle prossime presentazioni guardate sempre Elena Mandolini su Facebook

©RIPRODUZIONE RISERVATA

giovedì 22 maggio 2014

Serata tipo - Agrodolce

Ci sono quei film che ti entrano dentro, nel bene o nel male. Solitamente sono anche quei film che vediamo una volta sola nella nostra vita, talmente ci hanno sconvolto o ci hanno fatto emozionare. Miss Violence, Leone D'Argento all'ultimo festival di Venezia, rientra perfettamente in questa categoria. Per accompagnare una visione così forte, abbiamo deciso di abbinarci un piatto agrodolce che spezzi l'amarezza della storia: Spezzatino di manzo brasato con Malvasia di Castelnuovo Don Bosco. 


La ricetta
Spezzatino di manzo brasato con Malvasia di Castelnuovo Don Bosco






INGREDIENTI per 2 persone:

-          450 g. c.a. di spezzatino di manzo;
-          400 g. di misto funghi;
-          1 carota;
-          6 foglie di alloro;
-          6 foglie di salvia;
-          1 rametto di rosmarino;
-          1 ciuffo di prezzemolo;
-          2 peperoncini;
-          2 spicchi d’aglio;
-          2 bicchieri di Malvasia di Castelnuovo Don Bosco;
-          olio evo, sale, timo, farina: q.b.



PREPARAZIONE (35 minuti):


Pulire e tagliare i funghi, pulire la carota e tagliarla a rondelle. Mettere il tutto in una padella insieme ad uno spicchio d’aglio, un peperoncino, il prezzemolo precedentemente pulito e tritato, salare, irrorare con olio e cuocere in padella con coperchio per 10-15 minuti.
In una casseruola mettere olio, un peperoncino e uno spicchio d’aglio diviso a metà e privato dell’anima, scaldare e appena inizia a friggere aggiungere lo spezzatino precedentemente infarinato. Fare dorare tutti i lati della carne, salare e sfumare con il vino. Aggiungere le foglie di alloro e di salvia e il rametto di rosmarino. Cuocere con coperchio a fuoco basso per 45 minuti aggiungendo acqua all’occorrenza.
Impiattare mettendo i funghi al centro e intorno lo spezzatino, spolverare con del timo.

Alessandro Ricchi


La recensione
Miss Violence





La piccola Angeliki festeggia i suoi undici anni in famiglia. Mentre gli altri si divertono, lei scavalca il balcone, sorride e si getta nel vuoto. I servizi sociali cominciano le indagini per capire cosa abbia spinto al suicidio un’adolescente…Vincitore della Colpa Volpi come miglior interpretazione maschile e Leone d’argento al Festival di Venezia. Miss Violence è il film che ha sconvolto Venezia all’ultima mostra del cinema. Un vero pugno nello stomaco, un manrovescio in faccia. L’opera del regista greco Alexandros Avranas è disturbante, è tragicamente violento e, purtroppo, anche molto attuale. Il tutto comincia col suicidio dell’undicenne Angeliki, proprio il giorno del suo undicesimo compleanno. Fra candeline e festeggiamenti la piccola, indossando un candido vestito bianco, scavalca il balcone, sorride e si getta nel vuoto. Ciò che più sconvolge è la serenità sul volto di Angeliki. Ma perché? Cosa è accaduto di così tremendo da farla arrivare alla conclusione che la sua libertà sarebbe arrivata solo attraverso la morte? Purtroppo questo è solo un granello della violenza a cui si assiste guardando l’opera di Avranas. La violenza domestica è un tassello quanto mai attuale come in questi ultimi anni. Forse, però, l’aspetto più sconvolgente è l’omertà e il rifiuto. Il primato del fattore più inquietante spetta, invece, all’idea che l’Uomo nero, l’Orco cattivo si trovi in casa nostra, sotto le spoglie di chi dovrebbe proteggerci. Difficile. Davvero difficile parlare di questo film che fin dalle prime sequenze è volutamente ambiguo e i ruoli all'interno della famiglia si dipanano con lentezza. Quella che all’inizio ci sembrava una famiglia felice, con tre figlie e un maschietto e con una nonna al seguito, si rivela essere la tana del mostro cattivo. Due nonni, tre figlie, di cui una suicida, e due nipoti: questo è il vero albero genealogico di questa tragica e malata famiglia. La raccapricciante verità si dipana con estrema lentezza, una verità che ci viene a tratti mostrata e a tratti raccontata. Il nonno, padre – padrone che pretende di essere servito e riverito, fa prostituire le sue figlie e le violenta, in gioco di potere che lo vede assoluto protagonista. La scena più raccapricciante è quando porta la piccola nipote a prostituirsi per la prima volta. Il finale, volutamente ambiguo, ci lascia con una domanda inquietante: la nonna prenderà il posto dell’Orco, oppure libererà tutti? Non è un film per tutti.

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!


©RIPRODUZIONE RISERVATA





Serata tipo - Horror mangereccio

Si avvicina, finalmente, l'estate e nel periodo estivo proliferano nelle arene (cinema all'aperto) e in tv rassegne sul cinema horror. E noi abbiamo ben pensato di cominciare a darvi qualche consiglio per una serata divertente, che vogliate viverla in coppia o con gli amici, magari sul balcone di casa. Il film che vi proponiamo è Non aprire quella porta 3D; forse non molto riuscito, ma che sicuramente fa al caso nostro. Come succulento abbinamento, visto l'enorme successo sul blog e sui social del post Italian Fast Food col Grande Tony Burger, eccovi il Piccolo Tony Burger. Piccolo, poi, se lo paragoniamo al Grande, perché vi assicuriamo che saprà soddisfare palati e pance dai grandi appetiti....


La ricetta
Piccolo Tony Burger







INGREDIENTI per una persona:

-          1 panino di grano duro italiano;
-          1 hamburger di manzo;
-          1 hamburger di pollo;
-          2 fettine di pancetta;
-          2 fettine di lardo toscano;
-          2 fettine di provola affumicata;
-          2 fettine di formaggio di pecora;
-          1 cipolla rossa di Tropea;
-          2 foglie di lattuga;
-          2 fette di pomodoro;
-          1 peperoncino;
-          1 cucchiaio di zucchero di canna;
-          olio, maionese, salsa barbecue, aceto balsamico: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Tagliare la cipolla sottilmente, soffriggerla in padella a fuoco dolce con l’olio e il peperoncino. Sfumare con l’aceto balsamico, aggiungere lo zucchero e fare caramellare.
Cuocere gli hamburger su una piastra, su quello di pollo metterci sopra le fettine di formaggio di pecora e dopo sciolto il lardo; su quello di manzo metterci sopra la provola e dopo sciolta la pancetta precedentemente saltata in padella.
Montare il panino partendo dal basso seguendo questo ordine: pane, maionese, 1 foglia di lattuga, 1 fetta di pomodoro, hamburger di pollo con formaggio di pecora e lardo, salsa barbecue, cipolle caramellate, hamburger di manzo con provola e pancetta croccante, salsa barbecue, 1 fetta di pomodoro, 1 foglia di lattuga, maionese, pane.

Alessandro Ricchi


La recensione
Non aprite quella porta 3D






Dopo il massacro compiuto dallo psicopatico Leatherface, i paesani vicini decidono di farsi giustizia da soli e, senza ascoltare lo sceriffo locale Hooper, sterminano la famiglia Sawyer, ovvero i parenti del killer che fino all’ultimo tentano di proteggerlo. Uno dei paesani, trova una neonata sopravvissuta al massacro e decide di rapirla e tenerla con sé e sua moglie, che non può avere figli. Decenni dopo, quella bambina è ormai una giovane ragazza di nome Heather, che non sa nulla del suo passato… Che delusione! Ma, in fondo, era prevedibile. Dopo il successo del 1974 dell’originale Non aprite quella porta, di Tobe Hooper, lo psicopatico Leatherface ha ispirato prequel, sequel e remake di qualità o meno. Questo nuovo capitolo diretto da John Luessenhop, potrebbe essere riassunto con pochi, essenziali punti: personaggi scemi, sceneggiatura pessima, squartamenti insulsi ed inutile 3D. Lo script di Kirsten Elms, Debra Sullivan e Adam Marcus tenta di dare nuovo lustro ad uno dei boogeyman più amati del cinema, snaturandolo completamente. Crudele e vendicativo, Leatherface è violento e incompreso e ha una sua logica se rimane nel contesto della sua casa e della sua famiglia; in questo ultimo film è stato sradicato dal suo ambiente, e quella porta da non aprire, in effetti, perde il suo vero significato. Questo è il madornale errore del film che perde, fra l’altro, anche quel senso claustrofobico dei precedenti capitoli e che lo rendeva molto angosciante. Persino le sequenze delle varie uccisioni diventano solo delle blande repliche di quelle già viste, perdono di pathos e non risultano così spaventose e terribili, come se anche per Leatherface fosse diventato solo una brutta copia di se stesso.  I personaggi creati dagli sceneggiatori sono odiosi e inetti e proprio la protagonista Heather meriterebbe la palma della più incompetente. L’unica nota rilevabile è l’accenno a Il silenzio degli innocenti, il cui autore Thomas Harris si ispirò al personaggio di Leatherface per creare i suoi mostri su carta: un omaggio ad un omaggio. La brutta sceneggiatura si riversa sugli attori che, purtroppo, sono davvero incapaci e Alexandra Daddario (Heather) è più preoccupata di mostrare la sua bellezza anziché le doti artistiche. Il 3d, che tanto richiama pubblico nelle sale, è trascurabile e francamente inutile. Il film tenta di gettare le basi per un’analisi politically correct, che poi si rivela solo una predica a buon mercato: innocenti e colpevoli, santi e diavoli, qual è il confine fra giustizia e vendetta privata e chi è il vero mostro.

SPOILER: Il finale, con Leatherface e cugina che decidono di vivere insieme è alquanto deludente più che commuovente, sembra più un adattamento ai tempi che corrono. Questo film non è la rinascita di un’icona horror. Per chi ha amato Leatherface, non è assolutamente da vedere.

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


giovedì 15 maggio 2014

Serata tipo - Spacca tutto tra amici

Partiamo dal film. Riddick, con quel mastodonte di Vin Diesel, che piace tanto alle femminucce per ovvi motivi e ai maschietti per la simpatia coatta e l'ironia. Ultimo capitolo (forse) della trilogia dedicata all'antieroe più amato degli ultimi anni e che lo vede ritornare al suo habitat naturale: un ambiente solitario e ostile che saprà piegare alle sue regole. Quale ricetta si poteva ben abbinare con un tale kick-ass? Una bella e nutriente ricetta romana, con un pizzico di inventiva dello Chef: Cacio e pepe alla Tony, alias con l'aggiunta di croccante granella di pistacchi. Enjoy!


La ricetta
Cacio e pepe alla Tony






INGREDIENTI per 2 persone:

-          200 g. di spaghetti;
-          1 manciata di pepe nero in grani;
-          20 g. di pistacchi sgusciati;
-          olio evo, pecorino romano: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Tritare al coltello i pistacchi e metterli da parte. Tritare anche il pepe e metterlo in una padella con l’olio, scaldare e appena inizia a friggere spegnere e togliere dal fuoco.
Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolarli al dente e mantecarli in padella intervallando acqua di cottura e pecorino grattato.
Impiattare con una manciata di pecorino e i pistacchi tritati.

Alessandro Ricchi


La recensione
Riddick





Il mercenario spaziale Riddick era stato messo a capo di un esercito di Necromonger. I giochi di potere e l’assenza del contatto con la natura, lo rendevano infelice e dedito all’alcool. Tradito da chi si fidava, viene abbandonato, quasi morto, in un pianeta ostile, dall’ambiente quasi invivibile e con animali mostruosi pronti ad ucciderlo. Per Riddick, però, è quello il suo ambiente naturale in cui vivere e, dopo qualche problema iniziale, riesce a trovare il modo per adattarsi al nuovo pianeta. Il personaggio di Riddick, interpretato da Vin Diesel, si era fatto conoscere per la prima volta nel film Pitch Black, le cui avventure erano continuate in The chronicles of Riddick, per poi approdare in questo ultimo capitolo, intitolato semplicemente Riddick. Già solo dal titolo, è evidente l’intento del regista David Twohy e dell’attore Diesel, qui co-produttore del film: omaggiare questo personaggio. Riddick è un cattivo – buono, che vive con le sue regole, uccide, medita vendetta, ma non sopporta la vigliaccheria, i soprusi e l’accanimento contro i più deboli. Un vero anti-eroe che ha conquistato il pubblico in Pitch Black. Il pubblico, però, era stato tradito col secondo capitolo della trilogia, in cui Riddick viene spostato dal suo ambiente naturale e messo in un contesto a lui anomalo, che non ne aveva di certo esaltato le qualità, ma anzi lo aveva ridicolizzato. Dopo quasi dieci anni di attesa e, soprattutto, tanti dubbi da parte dei fan, Twohy ha deciso di premiare tale attesa e di far tornare Riddick nell’olimpo degli anti - eroi. Con un ottimo espediente nello script (amnesia a seguito del tradimento e del tentato omicidio da parte di Necromonger), lo riporta alle origini e lo abbandona in un ambiente piccolo ma letale, popolato da orrendi mostri, ottimamente realizzati con tecnica CGI. Il film, ovviamente, è solo azione e ritmo incalzante. La fotografia alterna colori caldi per il giorno, mettendo in risalto il desertico paesaggio e oscuri per la notte, per sottolineare la pericolosità e l’ambiguità che si celano nel buio. In entrambi i casi, esaltano la potenza e la presenza fisica del protagonista, che è ben interpretato da Vin Diesel: sembra quasi che l’uno sia l’alter ego dell’altro e viceversa. Riddick è un film di fantascienza e di avventura, che è dedicato ai fan del primo vero mercenario raccontato in  Pitch Black e che, quindi, deve essere visto solo dai suoi veri seguaci. Tutti gli altri, infatti, non ne apprezzerebbero appieno la bellezza.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


martedì 6 maggio 2014

Serata tipo - Intolleratamente divertenti!

Dopo lo strepitoso successo della serata Intolleratamente Golosi, abbiamo pensato ad altre succulenti ricette per chi, come me, non può dar sfogo liberamente alla sua voglia di latte e formaggi. Davvero un grande sforzo! Questa ricetta è stata provata da più persone, senza sapere che avevo usato crema di soia, e si sono letteralmente leccate i baffi! Perciò, eccovi le Fettuccine cremolate con guanciale e pistacchi. Visto il divertente connubio tra la leggerezza della soia, il gusto del guanciale e la sfiziosità del pistacchio, abbiamo pensato di abbinarci un film altrettanto divertente e godurioso: Divergent.


La ricetta
Fettuccine cremolate con guanciale e pistacchi






INGREDIENTI per 2 persone:

-          6 nidi di fettuccine all’uovo;
-          2 fette di guanciale dello spessore di c.a. 1 cm. ciascuna;
-          20 c.l. di crema di soia;
-          20 g. di pistacchi sgusciati;
-          1 peperoncino;
-          olio evo, vino bianco, sale, prezzemolo, pecorino: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

In una padella soffriggere in poco olio il guanciale tagliato a dadini insieme all’olio e al peperoncino. Sfumare con il vino bianco. Aggiungere la crema di soia e i pistacchi tritati al coltello, amalgamare e fare insaporire per alcuni minuti. Aggiungere acqua di cottura alla salsa se necessario.
Cuocere in abbondante acqua salata le fettuccine, scolarle al dente e ripassarle nella salsa mantecando con l’aiuto dell’acqua di cottura e aggiungendo una manciata di pecorino grattato.
Impiattare con una spolverata di prezzemolo tritato.

Alessandro Ricchi



La recensione
Divergent






Realtà distopica. L’umanità, per impedire che si autodistrugga tra guerre e odio razziale, ha deciso di creare una società organizzata e suddivisa in cinque fazioni che corrispondono ad attitudini specifiche. Ci sono gli Intrepidi (coraggiosi e adrenalinici, sono i poliziotti del sistema); gli Abneganti (i capi del sistema, sono altruisti e disprezzano la vanità); gli Eruditi (sono gli scienziati e conservano in toto il sapere e ritengono debbano essere loro i capi); i Pacifici (amorevoli e gentili, sono dediti all’agricoltura) e i Candidi (dicono sempre la verità, sono onesti e sono i guardiani della Giustizia).  Ogni adolescente, deve sottoporsi a un particolare test che mette in evidenza le attitudini e determina la fazione in cui dovrebbe entrare a far parte. Agli adolescenti è comunque consentito di scegliere liberamente, anche andando contro al risultato del test. Se nel corso degli anni fallisci e vieni cacciato dalla fazione, diventi un escluso e vieni ripudiato dalla società; si diventa, insomma, un mendicante. La fazione di appartenenza, diventa la propria famiglia e supera per importanza la famiglia di sangue. Beatrice Prior è figlia di un’importante coppia di Abneganti, ma ogni volta che vede gli Intrepidi sente che vorrebbe farne parte. Nel corso del suo test emerge, però che è una Divergente (Divergent), ovvero ha più attitudini e non rientra nel sistema congeniato delle cinque fazioni. L’Intrepida che le ha fatto il test, le suggerisce di non rivelare niente a nessuno e di dire che il risultato del test è Abnegante. Bea decide di seguire il consiglio e, nel giorno del Giuramento, sceglie gli Intrepidi.  Il suo nuovo nome sarà Tris. Si farà nuovi amici, tanti nemici e conoscerà l’affascinante capo Quattro. Azione, romanticismo e puro divertimento. Seppur sia dedicato a un pubblico giovane, Divergent è talmente ben congeniato e realizzato che è impossibile non lasciarsi travolgere dalla storia di Tris.  Il regista Neil Burger ha fatto una buona trasposizione dell’omonimo romanzo di Veronica Roth, Best Seller degli ultimi anni sempre in vetta nella classifica degli urban fantasy YA (young adult – giovani adulti). Ovviamente la collaborazione della Roth alla sceneggiatura ha dato un tocco in più al film ponendolo sopra ad altre trasposizioni non molto riuscite come Shadowhunters. La giovane Shailene Woodley conquista subito per la sua bravura e la naturale bellezza; lo stesso dicasi per il prestante Theo James, alias Quattro. Sempre brava anche Kate Winslet, che qui si diverte a interpretare un’ambigua donna che forse cospira loschi piani. Il film vanta anche un’ottima colonna sonora che vanta numerosi artisti internazionali: Zedd, Ellie Goulding, Snow Patrol e M83. Da vedere per sognare.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA





domenica 4 maggio 2014

Intermezzo - Finalmente Il Signore dei Racconti!

Finalmente è terminata la stampa del romanzo di Elena, Il Signore dei Racconti, che verrà pubblicato dalla casa editrice Gruppo Albatros - Il filo. Nei prossimi giorni verrà creata una pagina web relativa all'opera all'interno del sito della Casa Editrice e, sempre prossimamente, verrà realizzato il sito dedicato al libro: www.elenamandolini.ilfilo.eu. Non appena sarà possibile vi aggiorneremo sulle presentazioni e vi inseriremo i link delle recensioni.

Per chi già volesse ordinarlo può farlo all'indirizzo mail ordini@ilfiloonline.it.






Fin dove ti spingeresti per ottenere ciò che desideri? Pur di vincere, cosa daresti in cambio? Giulio è un adolescente di quattordici anni, problematico e introverso. La sua passione è la lettura e nei temi non lo batte nessuno, ma, in ogni altro campo è un disastro. Carlo, il suo migliore amico, è tutto il suo opposto. Dopo uno strano terremoto che colpisce Roma, Giulio si sente stranamente osservato. Un Essere potente, il Signore dei Racconti, ha deciso di cambiare le carte del suo Destino...



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