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martedì 29 luglio 2014

Serata tipo - Ariccia a casa!

'Na fraschetta, vino romanella e un panino con la porchetta. Cosa vi ricorda? Ariccia ovviamente! Dopo un poco di latitanza, abbiamo deciso di tornare in grande stile, regalandovi una serata da veri intenditori romani con una rivisitazione realizzata da Alessandro del classico succitato panino. Eccovi, quindi, il Panino con la porchetta alla Tony. Una vera goduria per tutti i sensi ed è vietato, dopo, farsi prendere dai sensi di colpa perché: quanno c'è vò, c'è vò! Per accompagnare tale portata, non poteva che esserci un film altrettanto sconvolgente: Brüno di Sacha Baron Cohen. Pronti ad essere sconvolti? Allora buona visione.....


La ricetta
Panino con la porchetta di Tony




INGREDIENTI per una persona:

-          1 panino tipo rosetta;
-          400 g. di porchetta di Ariccia;
-          8 pomodorini ciliegino;
-          4 foglie di cavolo bianco;
-          100 g. di stracchino;
-          1 cucchiaio di zucchero di canna;
-          olio evo, aceto balsamico, aceto di mele, menta macinata: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Tagliare i pomodorini a metà, farli caramellare in padella con poco olio e lo zucchero, sfumare con l’aceto balsamico e aggiungere della menta.
Lavare le foglie di cavolo, tagliarle a listarelle e condirle in un’insalatiera con aceto di mele e olio.
Tagliare la porchetta a striscioline. Spalmare la parte interna del panino con lo stracchino e riempire partendo dal basso seguendo questo ordine: porchetta, insalata di cavoli e pomodorini caramellati.

Alessandro Ricchi


La recensione
Brüno






C’era d’aspettarselo. Ironico, divertente ma anche dissacrante e squallido. Sacha Baron Cohen crea, dopo Borat, un altro paradossale personaggio: Brüno Gehard. E se prima si parlava di razzismo, antisemitismo ed omofobia, ora si parla dei pregiudizi legati all’omosessualità. Bruno è un presentatore austriaco gay, bandito dalla sua trasmissione per un errore commesso durante la settimana della moda di New York. Deciso a riconquistare la notorietà, parte alla volta di Los Angeles; farà di tutto e di più (anche meschino possibile) per riuscirci. Al suo fianco il fedele assistente Lutz, segretamente innamorato di lui.
Come il precedente film anche Brüno è un falso documentario, mockumentary, così realizzato per meglio cogliere reazioni il più sincere possibili da chiunque gli si avvicini, polizia compresa. In questo caso, è persino riuscito a farsi mandare allegramente a quel paese da Harrison Ford e prendere per il naso importanti esponenti politici.
Indubbiamente l’intera pellicola si fonda sull’abilità di Cohen di trasformare il proprio corpo e la propria voce e rendersi praticamene irriconoscibile. Nessuno, nonostante la notorietà dell’attore, lo ha mai riconosciuto. Il dubbio viene più che altro per i titoli di coda, accompagnati dal video musicale di beneficenza in cui partecipano Sting, Elton John ed uno stralunato Bono. Chissà se realmente non sapevano nulla neanche loro.
Spunti di riflessione emergono per tutto il film, così anche frecciatine irriverenti al mondo dello spettacolo, come le madri che farebbero fare una liposuzione a dei bambini pur di farli entrare nello show business. Si ride, a volte di gusto ed altre per imbarazzo. Inevitabile in alcune sequenze l’irrefrenabile voglia di coprirsi gli occhi tanto si cade in basso. Una per tutte? La puntata pilota del nuovo programma di Bruno, con tanto di pene in primo piano.
Si esce dal cinema fra la meraviglia ed il disgusto. Ma, d’altra parte, è proprio l’intento di Sacha Baron Cohen. Racconta verità, con un nuovo stile che è ormai diventato sinonimo del suo stesso nome. A modo suo un genio.

Elena Mandolini



Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

martedì 8 luglio 2014

Serata tipo - Arrivano le paste fredde 2!

Come già annunciato nel precedente post, in questi giorni la fantasia culinaria di Alessandro si è buttata sulle paste fredde, complice il caldo afoso in cui versa la Capitale. Sperando di farvi cosa gradita, oggi il turno spetta agli Gnocchetti sardi con pesto di menta, mozzarella di Bufala, pomodori secchi e olive taggiasche. Non avete idea di quanto sia buono e fresco il pesto di menta: una leccornia da provare! Il film ideale, visto l'ingrediente della mozzarella di Bufala, è Benvenuti al Sud. Una commedia esilarante e che gioca sugli stereotipi culinari nostrani. Sarà un vero piacere vedere il film gustando questa particolare ricetta. Enjoy!


La ricetta
Gnocchetti sardi con pesto di menta, mozzarella di Bufala, pomodori secchi e olive taggiasche.





INGREDIENTI per 2 persone:

-          200 g. di gnocchetti sardi;
-          5 pomodori secchi sott’olio;
-          1 mozzarella di bufala da 150 g. c.a.;
-          1 manciata di olive taggiasche denocciolate;
-          4 ciuffi di menta fresca;
-          1 peperoncino;
-          20 g. di pinoli;
-          olio evo, sale,: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Preparare il pesto frullando le foglie di menta, precedentemente lavate, insieme ai pinoli, l’olio e un pizzico di sale. Mettere in un’insalatiera, facendo insaporire, il pesto, la mozzarella di bufala tagliata a dadini, i pomodori secchi tagliati a listarelle, le olive e un po’ d’olio.
Cuocere in abbondante acqua salata la pasta, scolarla al dente e farla raffreddare all’interno di un’insalatiera con dell’olio e il peperoncino. Aggiungere tutti gli altri ingredienti mescolando bene.

Alessandro Ricchi


La recensione
Benvenuti al Sud




Alberto è un responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza; ormai prossimo al trasferimento nella tanto agognata Milano, vede sfumare la promozione in favore di un disabile. Per non deludere la moglie, si finge anche lui portatore di handicap pur di salire in graduatoria ed ottenere comunque la promozione. Alberto, però, non riesce nell’intento e viene così punito con un trasferimento in un paesino della Campania. Con un bagaglio notevole di pregiudizi, Alberto parte da solo ad affrontare quella che per lui è la terra dei camorristi e di scansafatiche.
Benvenuti al sud è un vero e proprio remake del francese Giù al Nord; stessi gli snodi narrativi e le principali gag, adattate per i nostri pregiudizi e tempi comici. Lo sceneggiatore Massimo Gaudioso, lo stesso di Gomorra, cambia quindi gli stereotipi originali calandoli, letteralmente, nei sapori e nei piatti italiani; infatti, i robusti odori dei formaggi francesi, qui sono morbide mozzarelle di bufala, i superalcolici e le birre vengono sostituite da “nù cafè” e dal limoncello. Ciò che maggiormente si distacca dalla versione originale è la regia di Luca Miniero; rispetto al collega Dany Boon che preferisce una certa staticità nelle riprese, aggiunge movimenti più fluidi della macchina da presa e calibra meglio le belle panoramiche campane con i primi piani dei personaggi. Certamente i bei luoghi campani, come Castellabate, riescono a creare di per sé una bella scenografia, carica di colori sgargianti, che Miniero esalta senza nessuna difficoltà.
Tutto il film gioca sui luoghi comuni e sui pregiudizi scontati, che separano le regioni del Nord e da quelle del Sud. La forza del film è il come Miniero sappia rendere meno scontati questi preconcetti: una fresca comicità con l’ausilio di situazioni buffe, semplici ma azzeccate. Il regista, soprattutto , non ha paura di giocare sulle discriminanti fissazioni del protagonista ed esilarante, in tal senso è la sequenza di Alberto che indossa un giubbotto antiproiettile, mentre si trova imbottigliato nella Salerno - Reggio Calabria. Una comicità che calza alla perfezione i panni del bravo Claudio Bisio, la fantastica Angela Finocchiaro ed Alessandro Siani, capace di creare una grande sintonia umoristica col collega Bisio.
Per meglio comprendere il senso del film, non c’è di meglio che citarne una deliziosa frase. “Quando vieni al sud, piangi due volte: sia quando arrivi, che quando te ne vai”.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Serata tipo - Arrivano le paste fredde!

Caldo! Afa! Umidità! Per lo meno al centro sud. Questo post è dedicato sia a chi si sta già godendo la spiaggia, oppure è costretto ancora alla prigione dell'ufficio, sia per chi l'estate ancora non la scorge a causa delle piogge torrenziali di questi giorni. Perché da oggi, vi presentiamo le paste fredde. Gustose, fresche, sfiziose e facili da preparare. Una vera delizia da gustare al mare, nelle scampagnate o in casa davanti alla tv. In questo post vi presentiamo i Fusilli con salmone affumicato, borragine e pomodorini. Come abbinamento filmico, abbiamo pensato a una commedia che rivediamo sempre con piacere e che regala anche una bellissima visione delle Hawaii: Mia moglie per finta. Buon divertimento!



La ricetta
Fusilli con salmone affumicato, borragine e pomodorini






INGREDIENTI per 2 persone:

-          200 g. di fusilli;
-          8 pomodorini pachino;
-          6 foglie di borragine;
-          100 g. di salmone affumicato;
-          1 peperoncino;
-          olio evo, sale, origano, pepe macinato: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

In un’insalatiera mettere ad insaporire i pomodorini tagliati in quattro parti, il salmone tagliato a quadratini, le foglie di borragine, precedentemente lavate, tagliate a listarelle, l’olio, l’origano e un pizzico di pepe.
Cuocere in abbondante acqua salata la pasta, scolarla al dente e farla raffreddare all’interno di un’insalatiera con dell’olio e il peperoncino. Aggiungere tutti gli altri ingredienti mescolando bene.

Alessandro Ricchi


La recensione
Mia moglie per finta








Danny è un affermato chirurgo plastico che da giovane ha ricevuto una cocente delusione d’amore. Per evitare altro dolore, si finge sposato per non impegnarsi con le donne. L’unica con cui riesce ad essere sincero è la sua bella assistente Katherine. Divorziata e con due figli al seguito, Katherine è l’unica a conoscere tutti i segreti di Danny. Una sera Danny conosce la dolce Palmer e se ne invaghisce; quando la ragazza trova la fede nuziale nei pantaloni di Danny, quest’ultimo si finge in procinto di divorziare. Palmer, però, vuole conoscere la futura ex moglie, per essere sicura che non si tratti del solito uomo sposato che si finge separato. Danny, allora, chiede a Katherine di interpretare la parte della sua futura ex moglie. Remake del delizioso Fiore di cactus con Ingrid Bergman, Walter Matthau e Goldie Hawn, Mia moglie per finta è un film con una sua dignità, ma che per poco non regge il confronto con l’originale. Sfruttando gli abusati concetti di scambi di persona, equivoci e bugie dalle gambe corte, il regista Dennis Dugan costruisce un film spiritoso e leggero, che riesce a far ridere e svagare la mente. Protagonista della storia dovrebbe essere Danny, interpretato da Adam Sandler. L’attore, qui un po’ sottotono, soccombe sotto le grazie e la freschezza di Jennifer Aniston, perfetta interprete di Katherine. Inevitabilmente, da spalla che era, diventa lei la vera protagonista del film. E non solo; perché qui, a farla da padrone, sono tutte le donne. La sceneggiatura stessa offre un ottimo trampolino di lancio per tutti i personaggi femminili della storia, che fanno un solo boccone degli stereotipi maschili. Persino Bailee Madison, la piccola Maggie figlia di Kat, offusca l’esperienza di Sandler con i suoi meravigliosi finti accenti stranieri e la mimica facciale. E che dire della strepitosa Nicole Kidman, che interpreta la nemesi di Katherine? Sembra un ruolo scritto appositamente per lei. Sicuramente Mia moglie per finta è una commedia sentimentale semplice, il cui lieto fine è annunciato fin dall’inizio, per cui non offre niente di nuovo sotto al sole, e tantomeno non spinge l’acceleratore su tematiche che avrebbero innalzato la commedia su di un livello più alto, ad esempio il rapporto padre e figlio, oppure quello fra bugie e verità. Meno volgarità e più sostanza avrebbero reso questo film non solo una semplice commediola americana, seppur godibilissima, ma una vera commedia agrodolce.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA