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domenica 28 dicembre 2014

Serata tipo - Capodanno in famiglia

Come promesso, oggi vi consigliamo un film coccoloso e che potrete vedere insieme ai vostri figli. Vi assicuriamo, però, che anche voi adulti troverete l'ultimo lungometraggio Disney un vero capolavoro dell'animazione. Stiamo parlando di Big Hero 6. Pensando a un Capodanno in famiglia, Alessandro ha pensato di abbinare al cartone una ricetta di sua invenzione, presa dal menù del suo Home Restaurant di Roma, proprio per festeggiare il Capodanno: Mezzi rigatoni con crema di zucca, pancetta croccante e ricotta salata di Bufala. Non ci resta che augurarvi una deliziosa serata in famiglia, un bel brindisi di mezzanotte accompagnato, come tradizione, dalle lenticchie! Insomma, tra mangiate, bevute e tombole, vi auguriamo un 2015 sereno e pieno di belle sorprese! Enjoy!!!!! Ele e Ale

La ricetta
Mezzi rigatoni con crema di zucca, pancetta croccante e ricotta salata di Bufala




INGREDIENTI per 2 persone:

-                     200 g. di mezzi rigatoni;
-                     300 g. di zucca;
-                     8 fettine di pancetta arrotolata;
-                     8 foglie di salvia;
-                     1 peperoncino;
-                     1 scalogno;
-                     olio evo, ricotta salata di bufala grattugiata, sale, latte di soia: q.b.;






PREPARAZIONE (20 minuti):

Tagliare la pancetta a striscioline e cuocerla in un padellino senza olio facendola diventare croccante. Tagliare grossolanamente la zucca e lo scalogno, soffriggere il tutto in una padella con il peperoncino, sfumare con acqua calda di cottura della pasta e cuocere per alcuni minuti. Aggiungere un pizzico di sale e metà delle foglie di salvia tritate. Frullare il sugo con il latte di soia creando una salsa cremosa. Aggiungere la rimanente salvia tritata e scaldare sul fuoco.
Cuocere in abbondante acqua salata la pasta, mantecarla nella padella con la crema di zucca aiutandosi con acqua di cottura.
Impiattare con una spolverata di ricotta salata di bufala e la pancetta croccante.

Alessandro Ricchi


La recensione
Big Hero 6




La storia si svolge nella frenetica e tecnologica città di San Fransokyo. Hiro Hamada è un giovane e geniale ragazzo che la notte partecipa ai bot duelli (incontri clandestini dove gli sfidanti fanno combattere dei robot costruiti da loro stessi che si svolgono nei vicoli e nelle zone più malfamate della città) dove frequentemente vince, ottenendo notevoli vincite di denaro. Dopo l'ennesima vittoria però alcuni giocatori decidono di impartirgli una bella lezione, dalla quale fugge con l'aiuto del fratello Tadashi, con il quale scappa per poi essere preso e imprigionato dalla polizia. I ragazzi vengono successivamente liberati e riaccompagnati a casa dalla zia Cass, la loro tutrice (i genitori sono morti quando Hiro aveva 3 anni). Una volta a casa, Tadashi parla a Hiro cercando di allontanarlo dalle bot fight e avvertendolo di non sprecare il suo potenziale, senza però essere ascoltato. Per farlo ragionare, Tadashi lo porta al San Fransokyo Istitute of Tecnhology con la scusa di accompagnarlo ad un'altra sfida. Qui Hiro fa la conoscenza degli amici di Tadeshi: l'atletica Gogo, il pignolo e precisissimo Wasabi, la maga della scienza Honey Lemon e il nerd e mascotte dell'istituto Fred, oltre che del mentore di Tadashi, il professor Robert Callaghan, direttore dell'istituto e scienziato di grandissima fama. Tadashi inoltre presenta a Hiro Baymax, un robot progettato per dare ogni tipo di assistenza medica e sanitaria registrata all'interno del suo chip medico. Più che convinto a entrare all'istituto, Hiro decide di portare un progetto alla serata di ammissione e, aiutato dal fratello e dai suoi nuovi amici.....
Quando si dice tornare bambini. Il nuovo film della Disney, Big Hero 6, è una vera goduria per i più piccoli e possiede il dono speciale di risvegliare il pupo più addormentato nell’adulto più disincantato. Baymax, questo simpatico robot infermiere, è il vero nucleo, il simbolo del 54° lungometraggio disneiano. Un personaggio ben costruito che è anche il simbolo di tutto ciò che di più buono dovrebbe incarnare un uomo: altruismo, generosità, amore e, come dice Baymax stesso, l’essere coccolone. Interessante, infatti, che proprio un androide, in teoria privo di sentimenti, diventi l’eroe buono nonché emblema del sacrificio umano; mentre l’Uomo sia il cattivo per eccellenza, che cade preda delle più basse pulsioni, come l’invidia e la vendetta. Uno degli archetipi più amati, nella letteratura e nel cinema, è il trasformare qualcosa di completamente inanimato in un soggetto vivente. Nel caso della fantascienza si parla di robot, di androidi, che rivelano una buona dose di umanità, all’interno dei loro sistemi operativi. Tra i casi più estremi, in tal senso, c’è A.I. -Intelligenza Artificiale di Steven Spielberg, in cui un robot dalle fattezze di un bambino aspetta veri secoli che la madre (una donna umana) gli dica semplicemente ti voglio bene. Baymax non fa eccezione. Inizialmente e per ammissione del suo stesso creatore Tadashi, il robot è ciò che è, solo per via del chip, ma guardando il film è evidente che provi sentimenti umani e si affezioni incredibilmente al piccolo Hiro. Altro aspetto interessante da analizzare è come ormai la Disney focalizzi il concetto di amore non più tra uomo e donna, ma nel nucleo familiare. Il re leone, Up, Frozen, Maleficent e ora Big Hero 6 ne sono l’esempio lampante. I protagonisti trovano la loro salvezza non più tra le braccia del principe azzurro, o della principessa, ma bensì nell’abbraccio della famiglia; spesso i loro problemi e ciò che li chiama all’avventura, partono proprio da un grave lutto familiare o dal desiderio di salvarne un componente. Visto e considerato che spesso il cinema riflette o, addirittura, anticipa desideri, paure e aspetti sociali, è evidente che la Disney ha colto in pieno un cambiamento epocale: i giovani sono ormai smaliziati e non cercano più il principe azzurro, ma la sicurezza e la concretezza della famiglia. In oltre, alla base del film, c’è un insegnamento importante, mirato sia agli adulti che ai bambini: non bisogna lasciarsi guidare dalla vendetta e dal dolore, ma si deve elaborare il lutto e trovare la forza di andare avanti, anche grazie all’aiuto di parenti e amici. La voce di Baymax, in Italia, è stata affidata a Flavio Insinna che ha fatto davvero un ottimo lavoro e lo rende ancor più umano. Big Hero 6 entra di prepotenza tra i migliori film della Disney e, persino, tra i più belli dell’anno. Da vedere, ma attenzione alla lacrimuccia finale.

Elena Mandolini

Buone pappe, buon film e buona anno nuovo a tutti voi!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 26 dicembre 2014

Serata tipo - Post festa

Buona sera a tutti festosi natalizi appena alzati dalle tavole! Avete finito di mangiare? Siete sazi tra piatti di pesce della vigilia e succulenti secondi di carne di Natale? E noi continuiamo a parlare di cibo! Quello che vi proponiamo oggi è un piatto nutriente, ma al contempo leggero. Insomma una ricetta ideale da preparare dopo i bagordi delle feste e adatta a chi, comunque, non vuole mettersi a dieta! E non dimentichiamoci di chi deve tornare in ufficio prima di Capodanno! Eccovi il Pollo all'arancia: da gustare con le mani. Visto, poi, che siamo in periodo di festa ed è un classico andare al cinema, vi consigliamo un film attualmente nelle sale, agrodolce e tragicomico: Storie pazzesche. Non ci resta che augurarvi buone feste e restate connessi perché tra domani e lunedì inseriremo un altro post con un film davvero coccoloso... Per sapere qual'è, stay tuned!


La ricetta
Pollo all'arancia





INGREDIENTI per 4 persone:

-           4/4 di pollo (1 kg);
-          un bicchiere di spremuta d’arancia;
-          1 manciata di mentuccia fesca;
-          olio evo, sale, pepe, paprika forte, aglio in polvere, timo, menta, semi di finocchio: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Ricoprire bene i quarti di pollo con le spezie e le erbe aromatiche tritate e lasciarli riposare un’ora in frigo. In una padella mettere poco olio e cuocere a fuoco alto i quarti di pollo da entrambi i lati, far dorare e sfumare con la spremuta d’arancia. Continuare la cottura con coperchio a fuoco moderato per 15 minuti c.a. aggiungendo se occorre poca acqua.
Impiattare con una spolverata di mentuccia, fette di arancia e glassa di aceto balsamico.

Alessandro Ricchi


La recensione
Storie Pazzesche




Film a episodi: Pasternak; I ratti; Il più forte; Bombetta; La proposta; Finchè morte non ci separi. Prodotto e presentato da Pedro Almodovar, Storie pazzesche è frutto dell’ingegno di Damián Szifron. Feroce, ironico, grottesco e spiritoso è un film composto a episodi e, apparentemente, privo di legame. A occhio attento, invece, si può scorgere un forte filo conduttore: la vendetta. Tutte le storie che Szifron affronta si basano su ritorsioni e rappresaglie sia contro il Sistema (inteso come società), che contro le persone, soprattutto quelle a noi più care. Esempi lampanti sono gli episodi Bombetta e Finché morte non ci separi. Il primo è un chiaro attacco a quelle società di riscossione crediti, che abusano del loro potere e infieriscono sul cittadino comune, che spesso cade vittima di burocrazia creata ad hoc solo per spillare soldi; infatti, l’ingegnere protagonista dell’episodio, diventa una sorta di eroe, che ha alzato la testa, seppur con violenza, e riesce persino a riconquistare la moglie. Il secondo è uno dei più classici casi di vendetta legata al tradimento tra marito e moglie, che qui si sono addirittura appena sposati; lampante è il momento in cui i due si mettono a piangere e, per creare compassione e un precedente in un futuro eventuale divorzio, cercano di piangere sempre più forte dell’altro. Nonostante tutti gli episodi si basino su presupposti banali, la sceneggiatura fresca e i dialoghi accattivanti e al vetriolo, rendono Storie pazzesche un film godibilissimo e molto piacevole. In un certo senso, lo si potrebbe definire un film liberatorio dal punto di vista psicologico: tramite l’identificazione coi personaggi che si lasciano andare all’ira, alla disperazione e al dispiacere, viviamo il nostro momento di rivalsa e di ribellione. Chi infatti, non ha mai avuto la voglia di spaccare un vetro di fronte alle ingiustizie? Chi non ha mai voluto menare l’amante del proprio compagno? E chi non ha mai voluto far del male al guidatore che ci taglia la strada e ci manda a quel paese? O, più semplicemente, vendicarsi di chi ci ha fatto del male nel corso della nostra vita? Gli attori ben si adeguano a queste atmosfere, a tratti surreali, e con la loro bravura rendono ancor più piacevole la visione del film. Storie pazzesche è un’opera da scoprire, per prendere con ironia le sopraffazioni e le meschinerie dei tempi d’oggi.

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

giovedì 11 dicembre 2014

Serata tipo - Sarà un paese

L'idea di questo piatto è venuta ad Alessandro quando siamo andati a vedere un film che dovevo recensire: Sarà un paese. Si tratta dell'opera prima di Nicola Campiotti, un giovane e promettente regista italiano che, tramite metafore e favole, ci racconta senza peli sulla lingua i gravi problemi della nostra Italia. Per fortuna, il film è anche pieno di speranza per un futuro migliore, se, è ovvio, riusciremo a cambiare rotta in tempo. Proprio per questo, consigliamo la visione di quest'opera sia ai bambini che agli adulti, i quali sapranno spiegare bene ai loro figli cosa vuole dirci il giovane regista. Per accompagnare questo film, Alessandro ha creato un piatto che racchiude alcuni tra i più buoni e conosciuti prodotti nostrani. Eccovi, quindi la Calamarata con vongole, broccolo viola e bottarga. 


La ricetta
Calamarata con vongole, broccolo viola e bottarga





INGREDIENTI per 2 persone:

-          200 g. di calamarata;
-          300 g. c.a. di broccolo viola;
-          500 g. di vongole veraci;
-          1 spicchio d’aglio;
-          1 peperoncino;
-          olio evo, sale, prezzemolo tritato, bottarga di muggine grattugiata: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Pulire il broccolo, tagliare le cime, lavarle e cuocerle al vapore per 5 minuti circa.
Mettere le vongole in una pirofila con acqua e sale per alcuni minuti, sciacquarle bene e metterle in una padella con l’olio, il peperoncino e lo spicchio d’aglio tagliato a metà e privato dell’anima. Cuocere con coperchio solo il tempo necessario per aprirle. Sbucciare tutte le vongole e lasciarle nella padella. Aggiungere le cime del broccolo, schiacciarle con una forchetta e amalgamare il tutto cuocendo per pochi minuti.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolarla molto al dente e saltarla in padella. Aggiungere acqua di cottura all’occorrenza.
Impiattare con una spolverata di prezzemolo fresco e di bottarga.

Alessandro Ricchi



La recensione
Sarà un paese







Nicola è un trentenne laureato e con diversi master, che cerca disperatamente lavoro. Per sbarcare il lunario, fa il baby sitter del fratellino Elia, intelligente bambino di quinta elementare. Dopo l’ennesimo colloquio di lavoro deludente, Nicola decide di intraprendere col curioso Elia, un viaggio alla scoperta dell’Italia di oggi, tra i pochi pregi, tra cui l’animo umano, e i numerosi difetti, legati soprattutto alle istituzioni e al Dio Denaro. I pregi arriveranno solo alla fine di questo viaggio, ma, almeno, lo chiuderanno sul filo di una cosa chiamata speranza. Il giovane Nicola Campiotti, figlio d’arte, si cimenta per la prima volta dietro la macchina da presa. Per fortuna, non si tratta della solita commediola, non affronta adolescenti complicati, non racconta favolette. Sarà un paese è un’intelligente docu – fiction (incrocio tra documentario e finzione) che ci mostra i tanti disagi della nostra Italia. La fiction si basa sulla storia cornice di Nicole e del fratellino Elia, che seguono le false orme di Cadmo, per riscoprire a cosa corrispondano le moderne lettere del nostro vocabolario. Ogni lettera che i due incontrano, li porta alla storia di uomini e donne comuni, che affrontano ogni giorno difficoltà e tragedie legate al nostro paese in declino: quartieri multirazziali alle prese col razzismo, morti bianche, disoccupazione, emigrazione di cervelli, tragedie personali. Il tutto sullo sfondo di un’Italia che tenta di rimettersi in piedi e che, per fortuna, riesce a sopravvivere grazie a piccoli casi. Infatti, anche se nei tg non se ne parla affatto, ci sono paesi che hanno vinto lotte contro delle multinazionali straniere, che volevano solo costruire fabbriche e continuare, così, a inquinare aria e acqua; altri che riescono a costruire palazzi a km 0; altri che usano led anziché lampadine nei cimiteri, risparmiando energie e soldi; altri ancora che riescono a fare un’ottima raccolta della differenziata, partendo da una buona educazione scolastica. Campiotti dimostra di possedere già una buona padronanza della cinepresa e riesce a giostrarsi molto bene tra i suggestivi paesaggi nostrani e l’ottima fotografia di Leone Orfeo. Tutto il film gioca molto coi miti dell’antica Grecia, partendo proprio dal mito di Cadmo. Comunque, quello più preponderante, che si può scorgere tra le righe se si ascolta bene il film, è il mito greco di Pandora. Infatti, proprio come la giovane custode scoprì il suo vaso facendone fuoriuscire i cinque mali del mondo, anche Nicola ed Elia scoprono quello del Bel Paese, rivelandone le piaghe che lo affliggono da troppo tempo; per fortuna, esattamente come accadde a Pandora, i due fratelli trovano in fondo al vaso la cosa più importante, quella che potrebbe salvarci tutti: la speranza. Un film che dovrebbe essere proiettato nelle scuole e non solo per i bambini, ma anche per i loro genitori; per far capire loro che se non facciamo tutti marcia indietro, saranno proprio i loro figli a non avere un futuro. Da vedere.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!


©RIPRODUZIONE RISERVATA