Con l'arrivo (finalmente!) dell'estate, arriva anche la voglia di picnic. E cosa si abbina meglio a una bella scampagnata se non dello street food? Dopo il
FaKebab vi proponiamo il
FaKebab di mare, con dei deliziosi wurstel di salmone. Questo post, come già il precedente
Padri e figli, è dedicato a tutti quei genitori che non riescono a dedicare tempo sufficiente alla famiglia. Sicuramente una gita fuori porta con golosità succulente fa al nostro caso. Poi di ritorno a casa, sarà bellissimo rilassarsi sul divano e godersi
Real Steel, uno sci - fi intelligente che affronta con sagacia le difficoltà del rapporto tra generazioni.
La ricetta
FaKebab di mare
INGREDIENTI per 2 persone:
-
2 sfoglie di pane azzimo morbido biologico;
-
200 g. c.a. di wurstel di salmone;
-
200 g. c.a di scamorza affumicata;
-
4 foglie di cavolo bianco;
-
10 pomodorini Pachino;
-
2 cucchiaini di senape;
-
4 cucchiai di maionese;
-
1 pizzico di pepe.
PREPARAZIONE (15 minuti):
Pulire e tagliare le foglie di
cavolo a striscioline, unirle ai pomodorini tagliati in 4 parti, alla senape e
alla maionese e impastare con un cucchiaio formando un’insalata di cavoli
cremosa. Cuocere i wurstel divisi a metà su una piastra su entrambi i lati,
aggiungere la scamorza tagliata a fettine, farla sciogliere. Prendere una sfoglia
di pane azzimo, adagiarla su un foglio di carta-alluminio, mettere l’insalata
di cavolo, un pizzico di pepe e sopra i wurstel con formaggio. Arrotolare
chiudendo bene ai lati.
Impiattare tagliando a metà il
rotolo.
Alessandro Ricchi
La recensione
Real Steel

2020. In un’epoca non troppo
lontana dalla nostra c’è una novità sostanziale nel mondo dello sport: nella
boxe gli umani sono stati sostituiti dai robot. Il pubblico, infatti,
insoddisfatto dai semplici incontri fra uomini, chiedeva sempre più violenza e sangue.
Chi meglio dei robot avrebbe potuto soddisfare tale richiesta? In questo universo
troviamo Charlie Kenton, ex giocatore professionista di boxe, che sbarca il
lunario mettendo insieme pezzi di scarti metallici per
costruire robot e passare da un incontro di boxe all'altro. Un giorno Charlie
viene contattato da un avvocato: la sua ex, nonché madre di suo figlio da lui mai
riconosciuto, è morta. Ora un giudice dovrà decidere a chi affidare il piccolo
Max. Charlie, subodorando che la sua ex cognata si sia sposata un uomo ricco ed
importante, decide di sfruttare la situazione: passerà l’estate con il ragazzo
e dopo cederà l’affido alla zia, in cambio di una somma considerevole. Quello
che Charlie non ha calcolato nel suo piano è proprio Max, che si rivela
tutt’altro che un ragazzino sprovveduto.
Un film
di fantascienza? Un film drammatico? Di avventura? Real Steel, regia di Shawn
Levy (Una notte al museo, Notte folle a Manhattan) è tutto questo. Il robot è
qui un elemento in più rispetto ad altri film che parlano di sport e, nello
specifico, di pugilato. Perché questa è la storia di un riscatto, di una
redenzione, una sorta di Rocky (il primo, il migliore) in versione
fantascientifica. Ciò che Charlie cerca è scrollarsi dalle spalle la costante sensazione
del fallimento e, soprattutto, voler riconquistare la propria dignità di uomo e
di boxer. In fondo è stato già raccontato: lo sport come mezzo di espiazione
delle proprie colpe, come mezzo per raggiungere un gradino in più, per elevarsi
ed emergere. E qui, entra in gioco Max che vuole dimostrare che anche il più
emarginato, quello su cui nessuno scommetterebbe più, può ancora farcela e
vincere. Tratto dal racconto Steel del brillante scrittore Richard Matheson (Io
sono Leggenda) Real Steel affronta anche parzialmente il tema tanto caro ad
Asimov: può un robot provare sentimenti? Il film, infatti, non ci dà nessuna
risposta definitiva ma lancia la palla al pubblico per la decisione finale (e
qui, fra romantici e non, ognuno troverà la soluzione che preferisce). Buona la
sceneggiatura di John
Gatins e Leslie
Bohem. E’ loro il merito di far
coesistere, con maestria, umani e robot al punto tale da farlo sembrare una
futura conseguenza delle scoperte di oggi; la vera forza del film è in questa
presenza – non presenza della fantascienza. Grazie a questa sceneggiatura ben
orchestrata, la storia di Max e Charlie coinvolge facendoti ridere, sorridere
e, perché no, anche commuovere. Ovviamente la bella e semplice regia di Levy
esalta la storia, i paesaggi e, sicuramente, i combattimenti fra i robot.
Produttori del film sono due nomi importanti del cinema americano: Steven
Spielberg e Robert Zemeckis. Proprio Spielberg ha preso parte attiva al design
dei robot facendo sì che non tutto venisse realizzato in digitale. Gli artisti
della Legacy Effects hanno creato, così, una serie di pugili meccanici, ognuno
dotato di una propria personalità e design, che hanno ottenuto l’approvazione
di Spielberg stesso. E i risultati si vedono sul grande schermo: decisamente
affascinanti.
Bravo
Hugh Jackman, alias Charlie, che duetta perfettamente con Evangeline Lilly (la Kate di Lost). La vera
sorpresa, però, è Dakota Goyo (Max): sarà anche piccolo ma è già un attore che
supera egregiamente i colleghi più grandi e che ha una marcia in più rispetto a
diversi suoi coetanei.
Real
Steel è un film piacevole da vedere e che si lascia apprezzare per la
semplicità dei sentimenti che racconta.
Elena Mandolini
Buone pappe e buon film!
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