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martedì 15 aprile 2014

Serata tipo - Just for men

Le donne non si arrabbino, ma questo post è dedicato ai maschi. Partiamo dalla scelta del film: Sucker Punch. Seppur sia una storia accattivante anche per un pubblico femminile (ragazze problematiche, amicizia e solidarietà femminile), è indubbio che le sexy e kick -ass protagoniste dai succinti abiti colpiranno l'immaginario collettivo maschile. Per questo film, abbiamo pensato a una ricetta sostanziosa e verace: Mezze maniche alla gricia con carciofi. Tranquille ragazze, che presto arriverà un post solo per voi...


La ricetta
Mezze maniche alla gricia con carciofi




INGREDIENTI per 4 persone:

-          400 g. di mezze maniche rigate;
-          4 fette di guanciale dello spessore di 1 cm. ciascuna;
-          3 carciofi romaneschi;
-          1 spicchio d’aglio;
-          2 peperoncini;
-          olio evo, mentuccia, pecorino romano, sale, vino bianco: q.b.;




PREPARAZIONE (35 minuti):

Pulire i carciofi, inserire alcune foglie di mentuccia al loro interno, salarli; cuocerli con coperchio all’interno di una casseruola insieme all’aglio, diviso a metà e privato dell’anima, l’olio e un peperoncino.
Tagliare le fette di guanciale in strisce sottili e abbrustolirle in una padella con poco olio e un peperoncino, sfumare con il vino. Aggiungere i carciofi tagliati a pezzetti e far insaporire per pochi minuti a fuoco basso.
Cuocere le mezze maniche in abbondante acqua salata, scolarle al dente e ripassarle nella padella intervallando pecorino ed acqua di cottura.
Impiattare con una spolverata di pecorino e con un quarto di un carciofo.

Alessandro Ricchi


La recensione
Sucker Punch





Anni cinquanta. Baby Doll è una ragazza di vent’anni che di recente ha perso la madre. Il patrigno scopre che la donna ha lasciato tutto a lei ed alla sua piccola sorellina; arrabbiato, l’uomo decide di riversare le sue frustrazioni sulla piccola, ma Baby Doll interviene e spara un colpo alla cieca. Purtroppo uccide per sbaglio la sorella. Il patrigno ne approfitta e decide di farla internare in un manicomio per sole ragazze; ma questo non gli basta. Corrompe il capo infermiere Blue per assicurarsi che a Baby Doll venga praticata una lobotomia totale. La ragazza avrà cinque giorni di tempo per scappare e portare con sé le sue nuove amiche: Sweetie, sua sorella Rocket, Blondie e Amber.Un progetto cullato da circa dieci anni. Zack Snyder, già regista di 300, Watchmen e Ga’Hoole, continua col genere visionario. A differenza dei precedenti lavori, tratti da fumetti o romanzi, Sucker Punch nasce da un’idea originale del regista che aveva come primo obiettivo quello di realizzare un film tutto al femminile che contrastasse il testosterone di 300. Questa sua ultima fatica non è pane per tutti i denti; per chi ama il fantasy e gli effetti speciali sarà una vera manna dal cielo, ma per gli altri sarà un guazzabuglio incomprensibile, con una trama decisamente semplice. Gotico, visionario, ma anche cupo e triste, Sucker Punch racconta una storia di ragazze interrotte, con un nuovo piglio immaginifico. Pur essendo un tema sfruttato in più salse, Snyder riesce, infatti, a donare nuovo vigore allo scenario dei disturbi mentali e delle case di cura. Tutto si gioca sulla fantasia di Baby Doll che ci conduce in più sottolivelli, il cui primo è la casa d’appuntamenti d’alto bordo, e il secondo è una guerra fuori dallo spazio e dal tempo, dove lei e le sue amiche sono spietate guerriere. Non a caso, il film comincia con il sipario di un teatro che si apre di fronte a noi: tutto quello che stiamo per vedere è pura finzione. Il gioco regge e vieni coinvolto in questo rimando di mondi fantastici, che porta inevitabilmente a parteggiare per le ragazze e sperare nella loro fuga. Perché la storia è tutta qui: queste cinque ragazze vogliono fuggire dal manicomio e questa è la storia della loro fuga. Ciò che veramente colpisce del film è la grafica, la scenografia e la martellante colonna sonora; da questi punti di vista sembrerebbe di assistere ad un videoclip di due ore. Fantastica, in tal senso, è la prima lunghissima sequenza del film; con un ralenti dietro l’altro veniamo immersi nello spirito drammatico della vicenda attraverso un racconto per immagini e voce fuori campo. La scenografia, firmata da Rick Carter, nome spesso associato a registi come Steven Spielberg o Robert Zemeckis, è un capolavoro, che accosta retrò e modernità con ambienti a volte claustrofobici a volte ariosi. La colonna sonora annovera remix creati per l’occasione, come la celebre Army of me di Björk, Sweet Dreams (are made of this) degli Eurythmics o We will rock you dei Queen; remix che calzano a pennello e vengono sempre inseriti nei giusti attimi. Tante le potenzialità di questo film, che vengono messe da parte in favore di una regia che offre un concerto per immagini e suoni. Poteva essere un film femminista, ma in realtà si rivela un fantathriller sparatutto con guerriere dai visi di bambola e vestiti in lattice neri. Insomma Sucker Punch rientra nella categoria delle “americanate”, ma che tanto possono piacere agli italiani.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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