Le donne non si arrabbino, ma questo post è dedicato ai maschi. Partiamo dalla scelta del film: Sucker Punch. Seppur sia una storia accattivante anche per un pubblico femminile (ragazze problematiche, amicizia e solidarietà femminile), è indubbio che le sexy e kick -ass protagoniste dai succinti abiti colpiranno l'immaginario collettivo maschile. Per questo film, abbiamo pensato a una ricetta sostanziosa e verace: Mezze maniche alla gricia con carciofi. Tranquille ragazze, che presto arriverà un post solo per voi...
La ricetta
Mezze maniche alla gricia con carciofi
INGREDIENTI per 4 persone:
-
400 g. di mezze maniche rigate;
-
4 fette di guanciale dello spessore di 1 cm. ciascuna;
-
3 carciofi romaneschi;
-
1 spicchio d’aglio;
-
2 peperoncini;
-
olio evo, mentuccia, pecorino romano, sale, vino bianco:
q.b.;
PREPARAZIONE (35 minuti):
Pulire i carciofi, inserire
alcune foglie di mentuccia al loro interno, salarli; cuocerli con coperchio
all’interno di una casseruola insieme all’aglio, diviso a metà e privato
dell’anima, l’olio e un peperoncino.
Tagliare le fette di guanciale in
strisce sottili e abbrustolirle in una padella con poco olio e un peperoncino,
sfumare con il vino. Aggiungere i carciofi tagliati a pezzetti e far insaporire
per pochi minuti a fuoco basso.
Cuocere le mezze maniche in
abbondante acqua salata, scolarle al dente e ripassarle nella padella
intervallando pecorino ed acqua di cottura.
Impiattare con una spolverata di
pecorino e con un quarto di un carciofo.
Anni cinquanta. Baby Doll è una ragazza di vent’anni che di
recente ha perso la madre. Il patrigno scopre che la donna ha lasciato tutto a
lei ed alla sua piccola sorellina; arrabbiato, l’uomo decide di riversare le
sue frustrazioni sulla piccola, ma Baby Doll interviene e spara un colpo alla
cieca. Purtroppo uccide per sbaglio la sorella. Il patrigno ne approfitta e
decide di farla internare in un manicomio per sole ragazze; ma questo non gli
basta. Corrompe il capo infermiere Blue per assicurarsi che a Baby Doll venga
praticata una lobotomia totale. La ragazza avrà cinque giorni di tempo per
scappare e portare con sé le sue nuove amiche: Sweetie, sua sorella Rocket,
Blondie e Amber.Un progetto cullato da circa dieci anni. Zack Snyder, già
regista di 300, Watchmen e Ga’Hoole, continua col genere visionario. A differenza dei precedenti lavori, tratti da fumetti o romanzi, Sucker
Punch nasce da un’idea originale del regista che aveva come primo obiettivo
quello di realizzare un film tutto al femminile che contrastasse il
testosterone di 300. Questa sua ultima fatica non è pane per tutti i denti; per
chi ama il fantasy e gli effetti speciali sarà una vera manna dal cielo, ma per
gli altri sarà un guazzabuglio incomprensibile, con una trama decisamente
semplice. Gotico, visionario, ma anche cupo e triste, Sucker Punch racconta una
storia di ragazze interrotte, con un nuovo piglio immaginifico. Pur essendo un
tema sfruttato in più salse, Snyder riesce, infatti, a donare nuovo vigore allo
scenario dei disturbi mentali e delle case di cura. Tutto si gioca sulla
fantasia di Baby Doll che ci conduce in più sottolivelli, il cui primo è la
casa d’appuntamenti d’alto bordo, e il secondo è una guerra fuori dallo spazio
e dal tempo, dove lei e le sue amiche sono spietate guerriere. Non a caso, il
film comincia con il sipario di un teatro che si apre di fronte a noi: tutto
quello che stiamo per vedere è pura finzione. Il gioco regge e vieni coinvolto
in questo rimando di mondi fantastici, che porta inevitabilmente a parteggiare
per le ragazze e sperare nella loro fuga. Perché la storia è tutta qui: queste
cinque ragazze vogliono fuggire dal manicomio e questa è la storia della loro fuga.
Ciò che veramente colpisce del film è la grafica, la scenografia e la
martellante colonna sonora; da questi punti di vista sembrerebbe di assistere
ad un videoclip di due ore. Fantastica, in tal senso, è la prima lunghissima
sequenza del film; con un ralenti dietro l’altro veniamo immersi nello spirito
drammatico della vicenda attraverso un racconto per immagini e voce fuori
campo. La scenografia, firmata
da Rick
Carter, nome spesso associato a registi come Steven Spielberg o
Robert Zemeckis, è un capolavoro, che accosta retrò e modernità con ambienti a
volte claustrofobici a volte ariosi. La colonna sonora annovera remix creati
per l’occasione, come la celebre Army of me di Björk, Sweet Dreams (are made of
this) degli Eurythmics o We will rock you dei Queen; remix
che calzano a pennello e vengono sempre inseriti nei giusti attimi. Tante le
potenzialità di questo film, che vengono messe da parte in favore di una regia
che offre un concerto per immagini e suoni. Poteva essere un film femminista,
ma in realtà si rivela un fantathriller sparatutto con guerriere dai visi di
bambola e vestiti in lattice neri. Insomma Sucker Punch rientra nella categoria
delle “americanate”, ma che tanto possono piacere agli italiani.
Elena Mandolini
Buone pappe e buon film!
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