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venerdì 26 dicembre 2014

Serata tipo - Post festa

Buona sera a tutti festosi natalizi appena alzati dalle tavole! Avete finito di mangiare? Siete sazi tra piatti di pesce della vigilia e succulenti secondi di carne di Natale? E noi continuiamo a parlare di cibo! Quello che vi proponiamo oggi è un piatto nutriente, ma al contempo leggero. Insomma una ricetta ideale da preparare dopo i bagordi delle feste e adatta a chi, comunque, non vuole mettersi a dieta! E non dimentichiamoci di chi deve tornare in ufficio prima di Capodanno! Eccovi il Pollo all'arancia: da gustare con le mani. Visto, poi, che siamo in periodo di festa ed è un classico andare al cinema, vi consigliamo un film attualmente nelle sale, agrodolce e tragicomico: Storie pazzesche. Non ci resta che augurarvi buone feste e restate connessi perché tra domani e lunedì inseriremo un altro post con un film davvero coccoloso... Per sapere qual'è, stay tuned!


La ricetta
Pollo all'arancia





INGREDIENTI per 4 persone:

-           4/4 di pollo (1 kg);
-          un bicchiere di spremuta d’arancia;
-          1 manciata di mentuccia fesca;
-          olio evo, sale, pepe, paprika forte, aglio in polvere, timo, menta, semi di finocchio: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Ricoprire bene i quarti di pollo con le spezie e le erbe aromatiche tritate e lasciarli riposare un’ora in frigo. In una padella mettere poco olio e cuocere a fuoco alto i quarti di pollo da entrambi i lati, far dorare e sfumare con la spremuta d’arancia. Continuare la cottura con coperchio a fuoco moderato per 15 minuti c.a. aggiungendo se occorre poca acqua.
Impiattare con una spolverata di mentuccia, fette di arancia e glassa di aceto balsamico.

Alessandro Ricchi


La recensione
Storie Pazzesche




Film a episodi: Pasternak; I ratti; Il più forte; Bombetta; La proposta; Finchè morte non ci separi. Prodotto e presentato da Pedro Almodovar, Storie pazzesche è frutto dell’ingegno di Damián Szifron. Feroce, ironico, grottesco e spiritoso è un film composto a episodi e, apparentemente, privo di legame. A occhio attento, invece, si può scorgere un forte filo conduttore: la vendetta. Tutte le storie che Szifron affronta si basano su ritorsioni e rappresaglie sia contro il Sistema (inteso come società), che contro le persone, soprattutto quelle a noi più care. Esempi lampanti sono gli episodi Bombetta e Finché morte non ci separi. Il primo è un chiaro attacco a quelle società di riscossione crediti, che abusano del loro potere e infieriscono sul cittadino comune, che spesso cade vittima di burocrazia creata ad hoc solo per spillare soldi; infatti, l’ingegnere protagonista dell’episodio, diventa una sorta di eroe, che ha alzato la testa, seppur con violenza, e riesce persino a riconquistare la moglie. Il secondo è uno dei più classici casi di vendetta legata al tradimento tra marito e moglie, che qui si sono addirittura appena sposati; lampante è il momento in cui i due si mettono a piangere e, per creare compassione e un precedente in un futuro eventuale divorzio, cercano di piangere sempre più forte dell’altro. Nonostante tutti gli episodi si basino su presupposti banali, la sceneggiatura fresca e i dialoghi accattivanti e al vetriolo, rendono Storie pazzesche un film godibilissimo e molto piacevole. In un certo senso, lo si potrebbe definire un film liberatorio dal punto di vista psicologico: tramite l’identificazione coi personaggi che si lasciano andare all’ira, alla disperazione e al dispiacere, viviamo il nostro momento di rivalsa e di ribellione. Chi infatti, non ha mai avuto la voglia di spaccare un vetro di fronte alle ingiustizie? Chi non ha mai voluto menare l’amante del proprio compagno? E chi non ha mai voluto far del male al guidatore che ci taglia la strada e ci manda a quel paese? O, più semplicemente, vendicarsi di chi ci ha fatto del male nel corso della nostra vita? Gli attori ben si adeguano a queste atmosfere, a tratti surreali, e con la loro bravura rendono ancor più piacevole la visione del film. Storie pazzesche è un’opera da scoprire, per prendere con ironia le sopraffazioni e le meschinerie dei tempi d’oggi.

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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