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lunedì 29 settembre 2014

Serata tipo - Evergreen n.4

Detto, fatto! Vi avevamo promesso altri evergreen e, visto che ogni promessa è debito, non potevamo tirarci indietro. L'abbinamento che stiamo per presentarvi rientra a pieno titolo nella categoria "con attributi", perché si tratta di uno di quei piatti che danno tanta soddisfazione al palato, ma che sono anche una vera bomba calorica. Alias, gli Spaghetti alla carbonara. Per cotanto primo, ci voleva un film apocalittico, adrenalinico, una vera bomba su schermo: Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie. Sul film non aggiungiamo altro, perché la recensione parla da sola e tanto meno neanche sugli spaghetti, perché anche loro parlano da soli...


La ricetta
Spaghetti alla carbonara 





INGREDIENTI per 4 persone:

-          400 g. di spaghetti;
-          4 fette di guanciale dello spessore di 1 cm.c.a.;
-          1 peperoncino;
-          2 uova;
-          olio evo, sale, vino bianco, pecorino romano, parmigiano, pepe: q.b.


PREPARAZIONE (25 minuti):

In una padella soffriggere in poco olio il guanciale tagliato a listarelle sottili con il peperoncino, appena il guanciale si sarà dorato sfumare con il vino bianco.
Sbattere le uova, aggiungere il pepe, il parmigiano e il pecorino grattato. Amalgamare fino a creare una crema.
Cuocere in abbondante acqua salata la pasta, scolarla al dente e mantecarla nella padella con il guanciale intervallando acqua di cottura, pecorino e parmigiano grattato. Terminare la mantecatura fuori dal fuoco aggiungendo la crema di uova.
Impiattare con una spolverata di parmigiano grattato.

Alessandro Ricchi


La recensione
Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie






10 anni dopo gli eventi raccontati nel film precedente, la popolazione umana ha subito perdite tremende a causa del rilascio del virus T-113, progettato per curare la malattia di Alzheimer, ma rivelatosi un medicinale mortale per l'uomo e capace di aumentare l'intelligenza delle scimmie. In questo desolato e distopico futuro, lo scimpanzé evoluto Cesare è riuscito a liberare e a riunire gli altri membri della sua specie, organizzando in una colonia nella foresta. Un giorno, mentre Occhi Blu, figlio di Cesare e Cornelia, e Ash, il figlio dello scimpanzé ex-maschio alfa Rocket, si muovono per il bosco, incontrano un essere umano. L'uomo, Carver, viene preso dal panico e spara ad Ash, ferendolo, per poi chiamare il resto del suo gruppo, guidato dallo studioso Malcolm, mentre Occhi Blu grida aiuto alle scimmie...
Epico e avvincente. Non lo si potrebbe descrivere meglio di così, con queste due semplici parole. Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie non è solo un film di fantascienza, ma anche una parabola discendente del genere umano, un piccolo affresco sul rapporto padre – figlio, un racconto elaborato sull’odio e il rancore. La sceneggiatura va ben oltre i semplici generi dello sci – fi e dell’action; è ben strutturata, calibrata e regala un film adrenalinico dal ritmo avvincente e con sequenze di guerra alternate a momenti riflessivi e ricchi di sentimenti e, per di più, senza mai cadere in sciocchi pietismi. I personaggi sono ben scritti, coerenti nel loro agire e mai banali. Il dualismo che si innesca tra Cesare, il capo delle scimmie, e Malcolm, una sorta di negoziatore fra le due razze, è il motore della storia: senza la loro reciproca fiducia e la crescente stima che li lega, non avverrebbe niente di tutto ciò che accade nel film. I punti in comune tra i due sono palesi: la paura per la fine della propria razza, il senso di protezione verso la famiglia e il desiderio che tra umani e scimmie possa esserci pace e collaborazione. Purtroppo, come afferma Cesare “l’essere umano non perdona” e questo enorme difetto dell’umanità porterà a una guerra sanguinosa. Tra tutti i personaggi del film, quello che più resta impresso e che più colpisce in quanto a meticolosa costruzione, è proprio Cesare: carismatico e forte, un vero leader onesto e compassionevole, ma non per questo meno duro o che non sia in grado di dispensare punizioni e ordini. Come opposto dell’Alpha c’è Koba, altro personaggio ben riuscito e che impressiona per ragioni completamente diverse. In Koba prevale l’odio e il rancore e non c’è spazio per il perdono o la compassione; talmente forte il suo bisogno di vendetta, che è pronto a sacrificare tutta la sua razza, persino il suo leader, per portare a compimento il suo volere. In tal senso, Cesare e Koba ricordano molto altri due personaggi della fortunata saga degli X -  Men: rispettivamente Xavier e Magneto. Come i due mutanti, anche le due scimmie hanno iniziato a combattere insieme e si sono spalleggiati per lungo tempo, ma le diverse esperienze legate ai rapporti col genere umano, li conducono in due strade diverse: pace e risentimento. Il film affronta anche in maniera impeccabile i concetti di paura e odio che si contrappongono a quello di perdono: se accecati dal bisogno di vendetta si giunge solo alla morte, mentre se si cerca il dialogo si può collaborare e coesistere. E tutto questo da parte di entrambe le razze; perché come le scimmie hanno Koba, gli esseri umani hanno Carver e Dreyfus, in un gioco di equilibri tra reciproco razzismo e bisogno di trovare una via di pace. Altrimenti detto, nessuna razza è esente da alcun sentimento e in ogni razza vi sono buoni e cattivi. Altro aspetto da non sottovalutare è la decadenza del genere umano, intesa non solo come estinzione, ma soprattutto come discesa nell'amoralità. Nel film è estremamente evidente che l’uomo è, e sarà, la causa principale della propria fine: che sia un virus creato in laboratorio, i propri sentimenti, l’uso smodato delle risorse naturali e la relativa mancanza di rispetto verso la Terra, niente potrà salvarlo dall'autodistruzione. Tutto questo poggia, poi, su un poderoso sistema di effetti speciali che non disturba mai la visione del film, ma anzi esalta la magnificenza delle scimmie e la spaventosa bellezza di una Terra che è di nuovo preda della natura selvaggia. Utilizzando la stessa tecnica di Avatar, con in più degli evidenti miglioramenti nella risoluzione digitale, Cesare e Koba sembrano scimmie in carne e ossa, con tanto di espressioni umane. In tal senso il particolare degli occhi di Cesare che aprono e chiudono il film sono emblematici: prima tenaci per la caccia alle antilopi, poi pieni di paura e consapevolezza per l’inizio della guerra. Gli attori Gary Oldman (Dreyfus), Andy Serkis (Cesare), Jason Clarke (Malcolm) e Toby Kebbell (Koba) ci regalano tutti un’ottima prova attoriale andando così a completare un già ottimo lungometraggio. In conclusione, Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie è uno dei migliori film dell’anno.
Elena Mandolini 


Buone pappe e buon film!


©RIPRODUZIONE RISERVATA

Serata tipo - Scusate il ritardo, altrimenti detto, il ritorno dei due...

Dopo una lunga assenza, torniamo alla carica con nuove succulente ricette e film accattivanti. Per ricominciare alla grande, abbiamo deciso di parlarvi di Super, un film praticamente sconosciuto, ma molto interessante. La prima volta che Elena lo ha visto ha detto che è stata una gradita sorpresa e che racchiude più tematiche interessanti. Da questo spunto, ho creato un secondo piatto che consiste in fagottini di manzo che rivelano un delizioso e succulento ripieno, proprio come il film. Stay tuned per le prossime serate. Vi aspettano dolci, primi e sempre i nostri amati evergreen della cucina italiana...


La ricetta
Fagottini di manzo con melanzane e scamorza affumicata






INGREDIENTI per 2 persone:

-          8 fettine di carpaccio di manzo;
-          mezza scamorza affumicata;
-          1 melanzana;
-          1 spicchio d’aglio;
-          2 peperoncini;
-          olio evo, pepe nero macinato, sale, origano, timo, vino bianco: q.b.



PREPARAZIONE (25 minuti):

Lavare la melanzana, privarla della buccia e tagliarla a dadini. Cuocerli in una padella con coperchio per 10 minuti c.a. insieme allo spicchio d’aglio, tagliato a metà e privato dell’anima, l’olio, un peperoncino, origano e un pizzico di sale.
Per ogni fettina di carpaccio: salarla e peparla su un lato, mettere al centro un cucchiaio abbondante di melanzane e un po’ di scamorza tagliata a dadini. Chiudere a fagottino aiutandosi con degli stuzzicadenti.
In una padella scaldare dell’olio con un peperoncino, mettere i fagottini e sigillarne i 2 lati. Sfumare con il vino bianco e continuare a cuocere con coperchio per 8 minuti c.a.
Impiattare con una spolverata di timo.

Alessandro Ricchi


La recensione
Super





Frank è un uomo timido e buono, la cui unica gioia è la bella moglie Sarah. Un giorno, però, la donna cade nuovamente nel tunnel della droga e lascia Frank per mettersi con Jacques, uno spacciatore psicopatico. Frank capisce che la deve salvare e che deve ripulire il mondo da esseri come Jacques. Con l’aiuto di Libby, fanatica dei fumetti, crea la figura di Saetta Purpurea: un vigilante in calzamaglia e con un cacciavite come arma.
Il regista e sceneggiatore James Gunn si è ispirato ai fumetti di Alan Moore unendovi un pizzico dei film di Martin Scorsese e Quentin Tarantino. Il risultato? Una gradevole e inaspettata sorpresa. Super è un film che mescola con intelligenza commedia e dramma, violenza e azione.  Un po’ trash quando occorre, come nelle sequenze delle lotte e della costruzione delle armi che richiamano il telefilm Batman degli anni ’80,  un po’ lirico nei momenti di pathos. Super tocca più corde emotive e regala una piacevole sensazione di speranza, che in questo momento storico, male di certo non fa. Super è la storia del riscatto della mediocrità, dell’esaltazione del vivere civile dove le regole sono poche e basilari: non si vende droga, non si molestano i bambini, non si ruba e non si graffiano le automobili. Frank incarna la bontà e l’ingenuità, come se fosse un bambino lui stesso crede che basti diventare un vigilante in calzamaglia per cambiare il mondo; ma non basta colpire la violenza con altra violenza per eliminarla. Frank perde completamente il senso della realtà: non comprende che compie atti violenti pur di fermare Jacques. Il film, infatti, mostra cosa accadrebbe se Batman esistesse sul serio: non troveremmo un ladro imbavagliato e stordito, bensì un ladro gravemente ferito ed agonizzante sul ciglio della strada.
Super è anche una storia d’amore, quello con la A maiuscola. Quasi come se fosse Dante con Beatrice, Frank vede il volto di Sarah risplendere ed emanare purezza come un angelo; di conseguenza, ai suoi occhi, i cattivi sono solo dei diavoli malefici. E li vede realmente! Frutto di una religione che diventa quasi ossessione e fanatismo, assistiamo anche ad una sorta di catarsi del protagonista, che crede di essere chiamato in missione da Dio, come una Giovanna D’Arco in versione maschile. Ottima la prova attoriale di Rainn Wilson, perfetto nel ruolo di Frank, e della giovane Ellen Page (Juno, Inception) qui interprete di Libby. Bravi nei loro piccoli ruoli anche Kevin Bacon (Jacques) e Liv Tyler (Sarah)
Provocatorio ed arguto, il film spiazza coi suoi continui cambi repentini di registro portandoti prima a ridere, poi a inorridire, a commuoversi ed infine a ridere di nuovo. Persino romantico quanto basta senza cadere in scontati clichè, Super è alla fine una lode alla vita, alla bellezza dell’amore, alla gioia che tutte le piccole cose della nostra quotidianità ci portano ogni giorno.
Da vedere.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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