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martedì 14 ottobre 2014

Serata tipo - Adrenalinico con amici

Per soddisfare la vostra voglia di adrenalina, abbiamo pensato a un connubio interessante. Partiamo dal film: Anarchia - La notte del Giudizio, un sequel nettamente superiore rispetto al primo episodio (cosa assai anomala nel cinema) e leggendo la recensione capirete il perché. Una siffatta storia, che vi saprà coinvolgere e riflettere non poco, andava accompagnata a un piatto sostanzioso e dai gusti decisi, ma comunque veloce da preparare. Occhio, però, ai Pici, perché richiedono una cottura che si aggira attorno ai 20 minuti. Barricatevi dentro casa, gustatevi questa delizia e attenzione a chi busserà alla vostra porta...


La ricetta
Pici con il tonno in bianco





INGREDIENTI 4 persone:

-          400 g. di pici;
-          6 filetti di alici sott’olio;
-          200 g. di tonno sott’olio;
-          3 spicchi d’aglio
-          2 peperoncini;
-          2 manciate di olive nere denocciolate;
-          2 manciate di capperi;
-          4 pomodori secchi;
-          1 cucchiaio di bottarga di tonno macinata;
-          buccia di un limone grattata;
-          olio evo, sale, origano, zenzero macinato: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Fare un soffritto con l’olio, i peperoncini, gli spicchi d’aglio tagliati a metà e privati dell’anima e le alici sminuzzate. Spegnere il fuoco, togliere l’aglio, aggiungere il tonno, le olive e i pomodori secchi tagliati a pezzettini, i capperi, lo zenzero e la buccia del limone.
Far bollire in abbondante acqua salata i pici. Scolare la pasta al dente e mantecarla in padella aiutandosi con acqua di cottura.
Impiattare con  una spolverata di origano e con la bottarga.

Alessandro Ricchi


La recensione
Anarchia - La notte del Giudizio 




Futuro prossimo. Negli Stati Uniti d'America il governo ha reso legali tutti i crimini una notte all'anno per 12 ore, omicidio compreso, in modo che nel resto dell’anno, a seguito di questa liberazione della violenza, le persone siano pacifiche e rispettose della legge. Questo fenomeno si chiama Lo Sfogo e parteciparvi significa Purificarsi (dall’odio, dalle paure etc..). Le regole sono semplici: puoi Purificarti per strada e puoi utilizzare armi che non superino una determinata forza di detonazione; puoi torturare a piacimento chiunque, basta che non faccia parte dell’élite politica che gode di immunità; polizia e medici non possono lavorare per tutta la durata dello Sfogo. Il problema di base è che i ricchi possono comprarsi sistemi di sicurezza sofisticati, rimanendo quindi al sicuro nelle loro case, mentre i poveri rischiano ogni volta la vita; senza dimenticare che, in questa notte, molte persone cercano vendetta, soprattutto nei casi di mala legislazione. Fra questi c’è il Sergente che vuole uccidere l’uomo che, da ubriaco, ha investito suo figlio e che per un cavillo legale non è finito in carcere e vive tranquillo con moglie e figli. Anarchia -  La notte del giudizio è il sequel de La notte del giudizio e che vanta il medesimo regista: James DeMonaco. Dalle numerose differenze tra il primo e secondo episodio e dal netto miglioramento con questo nuovo lavoro, è evidente che DeMonaco ha ascoltato le critiche, soprattutto quelle del pubblico, andando a colmare molte lacune del precedente film. Infatti molti cinefili si erano mossi sullo stesso fronte: idea geniale, ma la storia è troppo affrettata, il finale è frettoloso e il film non tocca tematiche socio – culturali importanti. Infatti, già l’inizio di Anarchia è chiaramente superiore a quello del primo episodio. I cinque personaggi protagonisti vengono ben settati fin dall’inizio, come anche le loro vicende personali attraverso una buona sceneggiatura che svela e non svela il loro passato; altrimenti detto, non vi sono sciocchi dialoghi in cui i personaggi si raccontano esplicitamente cosa è accaduto loro, solo per farcelo sapere a noi e mandare avanti la storia. Un esempio concreto: Liz e Shane stanno per divorziare, ma non lo veniamo a sapere solo in seguito, mentre nelle prime sequenze si avverte solo una forte tensione e i due parlano di un fatto importante da raccontare o meno alla sorella di Shane. Settato molto meglio anche il concetto dello Sfogo e di come le persone si preparino ad affrontare la notte del giudizio: davvero molto angosciante. Ovviamente DeMonaco si muove su un terreno già conosciuto e decide di puntare su tipologie di personaggi già collaudati in altri film di genere: la coppia che si deve separare ma si riappacifica, la madre coraggio, l’adolescente idealista, l’eroe – antieroe. Si badi bene, però, che l’abilità del regista consiste nel farli agire in maniera autonoma, senza mai farli diventare semplici cliché. Molto interessante nel film, cosa che era solo accennata nel primo episodio, è l’analisi socio – culturale di un sistema che è un evidente attacco ai governi di oggi. La classe politica qui è quasi un sovrano che dispensa morte e assoluzione; detiene il potere e vuole mantenere lo status quo sulla pelle della povera gente, tant'è che i Padri Fondatori attaccano solamente le case popolari per decimare quella parte di popolazione reputata da loro inutile. I poveri sono i più vulnerabili durante lo sfogo e non possono comprare costosi e infallibili sistemi di sicurezza, vien da sé, quindi, che siano i primi a morire, se non gli unici. Agghiacciante, poi, è il sistema che i ricchi usano per purificarsi: comprare o rapire gente povera per poi torturarla a morte. Altrettanto interessante è la morale di fondo: la violenza porta altra violenza. Tale assunto viene incarnato, per contrapposizione, dal personaggio del Sergente che vuole vendicare la morte del figlio e uccidere l’uomo che lo ha investito. Proprio quando sta per compiere il delitto, il Sergente si blocca ricordando le parole della giovane idealista Cali (non si sarebbe sentito meglio e non avrebbe portato a nulla). Tant’è che, poi, il Sergente riceve un premio in cambio: viene salvato in extremis proprio dall’uomo che voleva uccidere e che poi ha risparmiato. Buona anche la prova del cast che non vanta star, ma attori che si sono visti di sfuggita in altri lungometraggi. Anarchia – La notte del giudizio è un film angosciante, ma che porta a numerose riflessioni sul genere umano. Non male per un film che rientra a pieno titolo nella categoria cinematografica e letteraria del genere distopico, ovvero di un futuro caratterizzato da un’utopia in negativo.

 Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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