Per soddisfare la vostra voglia di adrenalina, abbiamo pensato a un connubio interessante. Partiamo dal film: Anarchia - La notte del Giudizio, un sequel nettamente superiore rispetto al primo episodio (cosa assai anomala nel cinema) e leggendo la recensione capirete il perché. Una siffatta storia, che vi saprà coinvolgere e riflettere non poco, andava accompagnata a un piatto sostanzioso e dai gusti decisi, ma comunque veloce da preparare. Occhio, però, ai Pici, perché richiedono una cottura che si aggira attorno ai 20 minuti. Barricatevi dentro casa, gustatevi questa delizia e attenzione a chi busserà alla vostra porta...
La ricetta
Pici con il tonno in bianco
INGREDIENTI 4 persone:
-
400 g. di pici;
-
6 filetti di alici sott’olio;
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200 g. di tonno sott’olio;
-
3 spicchi d’aglio
-
2 peperoncini;
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2 manciate di olive nere denocciolate;
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2 manciate di capperi;
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4 pomodori secchi;
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1 cucchiaio di bottarga di tonno macinata;
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buccia di un limone grattata;
-
olio evo, sale, origano, zenzero macinato: q.b.
PREPARAZIONE (15 minuti):
Fare un soffritto con l’olio, i
peperoncini, gli spicchi d’aglio tagliati a metà e privati dell’anima e le
alici sminuzzate. Spegnere il fuoco, togliere l’aglio, aggiungere il tonno, le
olive e i pomodori secchi tagliati a pezzettini, i capperi, lo zenzero e la
buccia del limone.
Far bollire in abbondante acqua
salata i pici. Scolare la pasta al dente e mantecarla in padella aiutandosi con
acqua di cottura.
Impiattare con una spolverata di origano e con la bottarga.
Futuro prossimo. Negli Stati
Uniti d'America il governo ha reso legali tutti i crimini una notte
all'anno per 12 ore, omicidio compreso, in modo che nel resto dell’anno, a
seguito di questa liberazione della violenza, le persone siano pacifiche e
rispettose della legge. Questo fenomeno si chiama Lo Sfogo e parteciparvi
significa Purificarsi (dall’odio, dalle paure etc..). Le regole sono semplici: puoi
Purificarti per strada e puoi utilizzare armi che non superino una determinata
forza di detonazione; puoi torturare a piacimento chiunque, basta che non
faccia parte dell’élite politica che gode di immunità; polizia e medici non
possono lavorare per tutta la durata dello Sfogo. Il problema di base è che i
ricchi possono comprarsi sistemi di sicurezza sofisticati, rimanendo quindi al
sicuro nelle loro case, mentre i poveri rischiano ogni volta la vita; senza
dimenticare che, in questa notte, molte persone cercano vendetta, soprattutto
nei casi di mala legislazione. Fra questi c’è il Sergente che vuole uccidere
l’uomo che, da ubriaco, ha investito suo figlio e che per un cavillo legale non
è finito in carcere e vive tranquillo con moglie e figli. Anarchia -
La notte del giudizio è il sequel de La notte
del giudizio e che vanta il medesimo regista: James DeMonaco. Dalle
numerose differenze tra il primo e secondo episodio e dal netto miglioramento
con questo nuovo lavoro, è evidente che DeMonaco ha ascoltato le critiche,
soprattutto quelle del pubblico, andando a colmare molte lacune del precedente
film. Infatti molti cinefili si erano mossi sullo stesso fronte: idea geniale,
ma la storia è troppo affrettata, il finale è frettoloso e il film non tocca
tematiche socio – culturali importanti. Infatti, già l’inizio di Anarchia è chiaramente superiore a
quello del primo episodio. I cinque personaggi protagonisti vengono ben settati
fin dall’inizio, come anche le loro vicende personali attraverso una buona
sceneggiatura che svela e non svela il loro passato; altrimenti detto, non vi
sono sciocchi dialoghi in cui i personaggi si raccontano esplicitamente cosa è
accaduto loro, solo per farcelo sapere a noi e mandare avanti la storia. Un
esempio concreto: Liz e Shane stanno per divorziare, ma non lo veniamo a sapere
solo in seguito, mentre nelle prime sequenze si avverte solo una forte tensione
e i due parlano di un fatto importante da raccontare o meno alla sorella di
Shane. Settato molto meglio anche il concetto dello Sfogo e di come le persone
si preparino ad affrontare la notte del giudizio: davvero molto angosciante.
Ovviamente DeMonaco si muove su un terreno già conosciuto e decide di puntare
su tipologie di personaggi già collaudati in altri film di genere: la coppia
che si deve separare ma si riappacifica, la madre coraggio, l’adolescente
idealista, l’eroe – antieroe. Si badi bene, però, che l’abilità del regista
consiste nel farli agire in maniera autonoma, senza mai farli diventare
semplici cliché. Molto interessante nel film, cosa che era solo accennata nel
primo episodio, è l’analisi socio – culturale di un sistema che è un evidente
attacco ai governi di oggi. La classe politica qui è quasi un sovrano che
dispensa morte e assoluzione; detiene il potere e vuole mantenere lo status quo
sulla pelle della povera gente, tant'è che i Padri Fondatori attaccano
solamente le case popolari per decimare quella parte di popolazione reputata da
loro inutile. I poveri sono i più vulnerabili durante lo sfogo e non possono
comprare costosi e infallibili sistemi di sicurezza, vien da sé, quindi, che
siano i primi a morire, se non gli unici. Agghiacciante, poi, è il sistema che
i ricchi usano per purificarsi: comprare o rapire gente povera per poi torturarla
a morte. Altrettanto interessante è la morale di fondo: la violenza porta altra
violenza. Tale assunto viene incarnato, per contrapposizione, dal personaggio
del Sergente che vuole vendicare la morte del figlio e uccidere l’uomo che lo
ha investito. Proprio quando sta per compiere il delitto, il Sergente si blocca
ricordando le parole della giovane idealista Cali (non si sarebbe sentito
meglio e non avrebbe portato a nulla). Tant’è che, poi, il Sergente riceve un
premio in cambio: viene salvato in extremis proprio dall’uomo che voleva
uccidere e che poi ha risparmiato. Buona anche la prova del cast che non vanta star,
ma attori che si sono visti di sfuggita in altri lungometraggi. Anarchia – La notte del giudizio è un
film angosciante, ma che porta a numerose riflessioni sul genere umano. Non
male per un film che rientra a pieno titolo nella categoria cinematografica e
letteraria del genere distopico, ovvero di un futuro caratterizzato da
un’utopia in negativo.
Elena
Mandolini
Buone pappe e buon film!
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