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giovedì 22 maggio 2014

Serata tipo - Agrodolce

Ci sono quei film che ti entrano dentro, nel bene o nel male. Solitamente sono anche quei film che vediamo una volta sola nella nostra vita, talmente ci hanno sconvolto o ci hanno fatto emozionare. Miss Violence, Leone D'Argento all'ultimo festival di Venezia, rientra perfettamente in questa categoria. Per accompagnare una visione così forte, abbiamo deciso di abbinarci un piatto agrodolce che spezzi l'amarezza della storia: Spezzatino di manzo brasato con Malvasia di Castelnuovo Don Bosco. 


La ricetta
Spezzatino di manzo brasato con Malvasia di Castelnuovo Don Bosco






INGREDIENTI per 2 persone:

-          450 g. c.a. di spezzatino di manzo;
-          400 g. di misto funghi;
-          1 carota;
-          6 foglie di alloro;
-          6 foglie di salvia;
-          1 rametto di rosmarino;
-          1 ciuffo di prezzemolo;
-          2 peperoncini;
-          2 spicchi d’aglio;
-          2 bicchieri di Malvasia di Castelnuovo Don Bosco;
-          olio evo, sale, timo, farina: q.b.



PREPARAZIONE (35 minuti):


Pulire e tagliare i funghi, pulire la carota e tagliarla a rondelle. Mettere il tutto in una padella insieme ad uno spicchio d’aglio, un peperoncino, il prezzemolo precedentemente pulito e tritato, salare, irrorare con olio e cuocere in padella con coperchio per 10-15 minuti.
In una casseruola mettere olio, un peperoncino e uno spicchio d’aglio diviso a metà e privato dell’anima, scaldare e appena inizia a friggere aggiungere lo spezzatino precedentemente infarinato. Fare dorare tutti i lati della carne, salare e sfumare con il vino. Aggiungere le foglie di alloro e di salvia e il rametto di rosmarino. Cuocere con coperchio a fuoco basso per 45 minuti aggiungendo acqua all’occorrenza.
Impiattare mettendo i funghi al centro e intorno lo spezzatino, spolverare con del timo.

Alessandro Ricchi


La recensione
Miss Violence





La piccola Angeliki festeggia i suoi undici anni in famiglia. Mentre gli altri si divertono, lei scavalca il balcone, sorride e si getta nel vuoto. I servizi sociali cominciano le indagini per capire cosa abbia spinto al suicidio un’adolescente…Vincitore della Colpa Volpi come miglior interpretazione maschile e Leone d’argento al Festival di Venezia. Miss Violence è il film che ha sconvolto Venezia all’ultima mostra del cinema. Un vero pugno nello stomaco, un manrovescio in faccia. L’opera del regista greco Alexandros Avranas è disturbante, è tragicamente violento e, purtroppo, anche molto attuale. Il tutto comincia col suicidio dell’undicenne Angeliki, proprio il giorno del suo undicesimo compleanno. Fra candeline e festeggiamenti la piccola, indossando un candido vestito bianco, scavalca il balcone, sorride e si getta nel vuoto. Ciò che più sconvolge è la serenità sul volto di Angeliki. Ma perché? Cosa è accaduto di così tremendo da farla arrivare alla conclusione che la sua libertà sarebbe arrivata solo attraverso la morte? Purtroppo questo è solo un granello della violenza a cui si assiste guardando l’opera di Avranas. La violenza domestica è un tassello quanto mai attuale come in questi ultimi anni. Forse, però, l’aspetto più sconvolgente è l’omertà e il rifiuto. Il primato del fattore più inquietante spetta, invece, all’idea che l’Uomo nero, l’Orco cattivo si trovi in casa nostra, sotto le spoglie di chi dovrebbe proteggerci. Difficile. Davvero difficile parlare di questo film che fin dalle prime sequenze è volutamente ambiguo e i ruoli all'interno della famiglia si dipanano con lentezza. Quella che all’inizio ci sembrava una famiglia felice, con tre figlie e un maschietto e con una nonna al seguito, si rivela essere la tana del mostro cattivo. Due nonni, tre figlie, di cui una suicida, e due nipoti: questo è il vero albero genealogico di questa tragica e malata famiglia. La raccapricciante verità si dipana con estrema lentezza, una verità che ci viene a tratti mostrata e a tratti raccontata. Il nonno, padre – padrone che pretende di essere servito e riverito, fa prostituire le sue figlie e le violenta, in gioco di potere che lo vede assoluto protagonista. La scena più raccapricciante è quando porta la piccola nipote a prostituirsi per la prima volta. Il finale, volutamente ambiguo, ci lascia con una domanda inquietante: la nonna prenderà il posto dell’Orco, oppure libererà tutti? Non è un film per tutti.

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!


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