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domenica 26 gennaio 2014

Serata tipo - Cena in famiglia

Per una cenetta in famiglia, la cosa migliore è un primo piatto corposo e ricco, accompagnato da un film tratto da una commovente storia vera, che appassionerà grandi e piccoli. Ovvero Spatzle di spinaci con funghi porcini su letto di crema di castagne e Qualcosa di straordinario. Il piatto che vi proponiamo ricorda, grazie ai sapori che lo compongono, la neve e i monti del Trentino; per cui è venuto spontaneo accompagnarlo a un film ambientato tra le fredde lande dell'Alaska...



La ricetta
Spatzle di spinaci con funghi porcini su letto di crema di castagne




INGREDIENTI per 3 persone:
-         500 g. di spätzle di spinaci;
-         1 fungo porcino grande fresco;
-         250 g. di castagne;
-         300 ml. di latte vaccino;
-         2 spicchi d’aglio;
-         2 peperoncini interi piccoli;
-         5 cucchiai di olio evo;
-         acqua, sale, pepe, noce moscata, prezzemolo: q.b.



PREPARAZIONE (40 minuti):
Pulire il fungo porcino con un panno di cotone leggermente inumidito, tagliarlo quindi a dadini. In una padella cuocere con il coperchio a fuoco moderato i dadini di porcino con l’olio, il peperoncino, un pizzico di sale e l’aglio privato dell’anima. In una pentola mettere circa un litro d’acqua con le castagne e portare ad ebollizione. Togliere le castagne dopo 20 minuti dall’inizio del bollore, farle stiepidire e privarle della corteccia esterna aiutandosi con un coltellino affilato. Sminuzzare grossolanamente le castagne e cuocerle in una padella con il latte, un pizzico di sale, una macinata di pepe nero e una grattugiata di noce moscata. Dopo 5 minuti dal bollore frullare il tutto onde creare una crema fluida. In una pentola far bollire in abbondante acqua salata gli spätzle. Scolarli dopo un minuto e mantecarli nella padella con i funghi porcini. Impiattare gli spätzle con la crema di castagne a specchio e del prezzemolo tritato.

Alessandro Ricchi



La recensione
Qualcosa di straordinario






Il giovane e ambizioso giornalista Adam Carlson (John Krasinski) lavora per una piccola tv che lo invia a realizzare alcuni servizi a Barrow, cittadina situata sulla punta settentrionale dell’Alaska. I nativi, soprattutto il piccolo Nathan (Ahmaogak Sweeney), lo accolgono ben volentieri facendolo sentire parte integrante della comunità. Un giorno, casualmente, Adam e Nathan scoprono che una famiglia di balene grigie è rimasta intrappolata sotto il ghiaccio del Circolo Polare Artico. Mamma, papà e il piccolo cucciolo, chiamati affettuosamente Wilma, Fred e Bamm-Bamm non sono riusciti a migrare verso la Florida prima della comparsa del ghiaccio. Il servizio di Adam fa il giro del mondo scatenando l’opinione pubblica. Un magnate del petrolio, i capi di stato e giornalisti senza scrupoli si trasferiscono in Alaska per accaparrarsi la notizia migliore. Fra loro, però, c’è anche chi vuole realmente salvare le balene. I nativi, gli amanti degli animali e l’ambientalista di Greenpeace Rachel Kramer (Drew Barrymore) faranno di tutto per salvare la piccola famiglia di balene grigie.
Il regista Ken Kwapis è arrivato al suo decimo lungometraggio e dopo diverse commedie e film romantici (Quattro amiche e un paio di jeans; La verità è che non gli piaci abbastanza), decide di tentare la sorte con una pellicola agrodolce dal forte impatto ambientalista. Qualcosa di straordinario è basato su di una storia vera accaduta nel 1988. Un evento che non solo scosse l’opinione pubblica americana, ma che venne utilizzato da diversi speculatori per farsi pubblicità ed accaparrarsi un posto come “eroe”. Sia ben inteso, comunque, che di veri eroi nel film ve ne sono a bizzeffe. Ciò che si deve riconoscere al film di Kwapis è proprio la sua capacità di intrecciare la storia di base delle balene grigie ai giochi di potere, politici e non, e alla cultura degli eschimesi.
E’ interessante, infatti, il contatto fra questo popolo e la natura che li circonda. Gli eschimesi non appaiono come malefici cacciatori di balene al solo scopo di lucro: il loro è un modo per sopravvivere. Come dice uno dei personaggi minori del film: “Per noi il mare è il nostro orto e pascolo”. Quello che appare lampante è l’immenso rispetto che nutrono nei confronti di ogni essere vivente: non a caso saranno i primi ad aiutare, senza nessun secondo fine, Rachel e Adam. Non stupisce che una delle scene più toccanti del film, sia il canto che gli eschimesi rivolgono alla famiglia delle balene in momento molto drammatico della storia. Come rovescio della medaglia, ci viene mostrato anche l’aspetto più sordido della vicenda: quello dei politici e dei magnati del petrolio pronti a sfruttare la vicenda solo per realizzare un’ottima pubblicità personale.
Ovviamente la storia di Wilma, Fred e Bamm-Bamm non può non attecchire persino nella personalità più rigida. E questo accade sia nel film che guardando il film stesso. L’affettività che si crea con queste balene è data non solo dagli animali stessi ma dall’affezione che creano nei personaggi della storia. Molto bella, infatti, la scena in cui Rachel scende sotto il ghiaccio per verificare se e quanto stiano realmente bene le balene: davvero emozionante. La passione e la tenacia dell’ambientalista diventano così i nostri sentimenti che coinvolgono al punto tale che è impossibile non lasciarsi andare in due momenti ben precisi del film.
Ovviamente il merito è anche della Barrymore (E.T.; Charlie’s Angels; Confessioni di una mente pericolosa; Amore a mille…miglia) e della sua bravura d’attrice. Il film si chiude su immagini di repertorio della vicenda con tanto di accenni all’attuale vita dei protagonisti.
Alla fine di tutto viene in mente solo una domanda: Hollywood inizia ad attingere a storie vere di sentimenti più puri perché in questo periodo storico abbiamo bisogno di favole reali o semplicemente perchè è più facile fare soldi, speculando sulle emozioni del pubblico?

Elena Mandolini
  

Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA


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