Eccoci qui. Il nostro secondo post. Il nostro primo abbinamento. Essendo noi una coppia amante dei buoni film e golosa di qualsiasi buon piatto si presenti alla nostra tavola, abbiamo pensato di abbinare una sfiziosa Cheesecake ai frutti di bosco al dolceamaro Still Life. Il perché di questo accostamento? Questo film è un piccolo inno alla vita, ironico e paradossale, che in molte sequenze risulta riflessivo e malinconica. Quindi, cosa si abbina meglio ad una nota malinconica? Sicuramente un dolce gustoso che tolga l'amaro dalla bocca.
La ricetta
Cheesecake ai frutti di bosco
Cheesecake ai frutti di bosco
Ingredienti (per 6 persone):
Biscotti secchi biologici al cacao - 250 g.
Composta ai frutti di bosco - 300 g.
cannella1 – un cucchiaio
zucchero semolato - 100 g.
tuorli d'uovo – 2
yogurt biologico - 300 g.
formaggio spalmabile biologico - 350 g.
panna vegetale - 200 ml.
burro biologico - 90 g.
Preparazione (45 minuti):
Sbriciolare i
biscotti in un mortaio fino a ottenere una polvere fine. In una casseruola
sciogliere il burro a bagnomaria e unirlo ai biscotti sbriciolati. Mescolare il
composto e adagiarlo sulla tortiera, precedentemente imburrata e infarinata, e
livellarlo accuratamente con un cucchiaio. In una ciotola lavorare con un
cucchiaio di legno il formaggio spalmabile, lo yogurt, lo zucchero e i tuorli
onde ottenere una crema morbida. A parte montare la panna e incorporarla al
composto a base di formaggio. Amalgamare bene, aggiungere la cannella e
mescolare dal basso verso l'alto. Versare il tutto sul fondo della torta e
cuocere in forno caldo a 180° per circa un'ora. Togliere dal forno, lasciare
raffreddare bene e guarnire con la composta ai frutti di bosco, spalmandola
uniformemente sulla superficie della torta. Conservare in frigo e servire
freddo. Si possono accompagnare le fette con delle palline di gelato allo
zenzero.
Alessandro Ricchi
Alessandro Ricchi
La recensione
Still Life
Still Life
John
May è un solitario funzionario comunale, il cui lavoro consiste nel
rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in totale solitudine. John
è un uomo buono e romantico che svolge il suo lavoro con estrema meticolosità.
La sua vita è tranquilla e monotona è caratterizzata da comportamenti
ossessivi. Un giorno gli viene affidato il caso di Billy Stoke, un uomo
alcolizzato morto in solitudine nel palazzo di fronte al suo. Così inizia a
raccogliere indizi sulla sua vita e a cercare le persone a cui è stato legato...
Premiato come Miglior Regia nella
sezione Orizzonti a
Venezia dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici, Still Life è il film della conferma di un regista che
aveva già lasciato il segno con il suo primo lungometraggio, Machan. Sempre
restando a metà strada tra dramma e commedia, Uberto Pasolini ha
realizzato un ottimo film, commovente e delicato, che affronta il tema della
morte e della solitudine con una grazia e una semplicità di rara bellezza. Eddie Marsan è perfetto nel ruolo di John May, un
impiegato del comune di Londra incaricato di cercare i parenti delle persone
morte in solitudine e di provvedere alla loro sepoltura, qualora i defunti non
vengano reclamati da nessuno. Un lavoro estremamente particolare, che John
svolge con grandissima sensibilità, cercando di restituire dignità a queste persone
dimenticate e morte senza nessuno accanto, preparando per loro elogi funebri e
scegliendo musica per i funerali. Il suo personaggio è solitario, malinconico,
dolce. La morte delle persone sembra quasi riempire la sua stessa vita fatta
ormai di solitudine e monotonia. Si prende cura di queste persone perché sa
già, in cuor suo, che la sua vita non è poi così diversa dalle loro e che,
quasi certamente, al suo di funerale un domani non vi sarà nessuno a piangerlo.
Quando i suoi superiori decidono di licenziarlo, John dedica tutto se stesso al
suo ultimo incarico e cerca in ogni modo di ricostruire la vita dell'uomo
deceduto e di rintracciare la sua famiglia. Attraverso piccoli cambiamenti e
uscendo dagli schemi che si era costruito, John scopre una vita diversa,
colorata e dal sapore più dolce. Nonostante il tema sicuramente forte, il film
di Pasolini non è mai pesante, ma anzi arricchito e alleggerito da quell'humor
inglese, che Marsan interpreta con grande intelligenza e da una regia delicata
che cresce con i cambiamenti di John, mai carica, molto lineare e statica,
attenta agli spazi che circondano il personaggio. Questa ironia, poi, diventa nera e sarcastica
nel finale del film. La morte di John, che tra l’altro richiama il detto “si
nasce soli, si muore soli”, è davvero grottesca: uno stupido incidente lo porta
via da quella vita che stava finalmente cominciando a vivere. L’arrivo delle
anime dei dimenticati di cui si è preso cura, sono la ciliegina sulla torta:
commovente e delicato senza pietismi. Still Life è davvero un gioiellino italiano di
cui andare fieri. Finalmente un'alternativa ai cinepanettoni.
Elena Mandolini
Elena Mandolini
Buone pappe e buon film!
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