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giovedì 16 gennaio 2014

Serata tipo - Coppia di cinefili in vena di agrodolce

Eccoci qui. Il nostro secondo post. Il nostro primo abbinamento. Essendo noi una coppia amante dei buoni film e golosa di qualsiasi buon piatto si presenti alla nostra tavola, abbiamo pensato di abbinare una sfiziosa Cheesecake ai frutti di bosco al dolceamaro Still Life. Il perché di questo accostamento? Questo film è un piccolo inno alla vita, ironico e paradossale, che in molte sequenze risulta riflessivo e malinconica. Quindi, cosa si abbina meglio ad una nota malinconica? Sicuramente un dolce gustoso che tolga l'amaro dalla bocca.


La ricetta
Cheesecake ai frutti di bosco






Ingredienti (per 6 persone):
Biscotti secchi biologici al cacao - 250 g.
Composta ai frutti di bosco - 300 g.
cannella1 – un cucchiaio
zucchero semolato - 100 g.
tuorli d'uovo – 2
yogurt biologico - 300 g.
formaggio spalmabile biologico - 350 g.
panna vegetale - 200 ml.
burro biologico - 90 g.

Preparazione  (45 minuti):
Sbriciolare i biscotti in un mortaio fino a ottenere una polvere fine. In una casseruola sciogliere il burro a bagnomaria e unirlo ai biscotti sbriciolati. Mescolare il composto e adagiarlo sulla tortiera, precedentemente imburrata e infarinata, e livellarlo accuratamente con un cucchiaio. In una ciotola lavorare con un cucchiaio di legno il formaggio spalmabile, lo yogurt, lo zucchero e i tuorli onde ottenere una crema morbida. A parte montare la panna e incorporarla al composto a base di formaggio. Amalgamare bene, aggiungere la cannella e mescolare dal basso verso l'alto. Versare il tutto sul fondo della torta e cuocere in forno caldo a 180° per circa un'ora. Togliere dal forno, lasciare raffreddare bene e guarnire con la composta ai frutti di bosco, spalmandola uniformemente sulla superficie della torta. Conservare in frigo e servire freddo. Si possono accompagnare le fette con delle palline di gelato allo zenzero.

Alessandro Ricchi



La recensione
Still Life





John May è un solitario funzionario comunale, il cui lavoro consiste nel rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in totale solitudine. John è un uomo buono e romantico che svolge il suo lavoro con estrema meticolosità. La sua vita è tranquilla e monotona è caratterizzata da comportamenti ossessivi. Un giorno gli viene affidato il caso di Billy Stoke, un uomo alcolizzato morto in solitudine nel palazzo di fronte al suo. Così inizia a raccogliere indizi sulla sua vita e a cercare le persone a cui è stato legato...

Premiato come Miglior Regia nella sezione Orizzonti a Venezia dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici, Still Life è il film della conferma di un regista che aveva già lasciato il segno con il suo primo lungometraggio, Machan. Sempre restando a metà strada tra dramma e commedia, Uberto Pasolini ha realizzato un ottimo film, commovente e delicato, che affronta il tema della morte e della solitudine con una grazia e una semplicità di rara bellezza. Eddie Marsan è perfetto nel ruolo di John May, un impiegato del comune di Londra incaricato di cercare i parenti delle persone morte in solitudine e di provvedere alla loro sepoltura, qualora i defunti non vengano reclamati da nessuno. Un lavoro estremamente particolare, che John svolge con grandissima sensibilità, cercando di restituire dignità a queste persone dimenticate e morte senza nessuno accanto, preparando per loro elogi funebri e scegliendo musica per i funerali. Il suo personaggio è solitario, malinconico, dolce. La morte delle persone sembra quasi riempire la sua stessa vita fatta ormai di solitudine e monotonia. Si prende cura di queste persone perché sa già, in cuor suo, che la sua vita non è poi così diversa dalle loro e che, quasi certamente, al suo di funerale un domani non vi sarà nessuno a piangerlo. Quando i suoi superiori decidono di licenziarlo, John dedica tutto se stesso al suo ultimo incarico e cerca in ogni modo di ricostruire la vita dell'uomo deceduto e di rintracciare la sua famiglia. Attraverso piccoli cambiamenti e uscendo dagli schemi che si era costruito, John scopre una vita diversa, colorata e dal sapore più dolce. Nonostante il tema sicuramente forte, il film di Pasolini non è mai pesante, ma anzi arricchito e alleggerito da quell'humor inglese, che Marsan interpreta con grande intelligenza e da una regia delicata che cresce con i cambiamenti di John, mai carica, molto lineare e statica, attenta agli spazi che circondano il personaggio. Questa ironia, poi, diventa nera e sarcastica nel finale del film. La morte di John, che tra l’altro richiama il detto “si nasce soli, si muore soli”, è davvero grottesca: uno stupido incidente lo porta via da quella vita che stava finalmente cominciando a vivere. L’arrivo delle anime dei dimenticati di cui si è preso cura, sono la ciliegina sulla torta: commovente e delicato senza pietismi. Still Life è davvero un gioiellino italiano di cui andare fieri. Finalmente un'alternativa ai cinepanettoni.

Elena Mandolini

Buone pappe e buon film!

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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