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domenica 26 gennaio 2014

Serata tipo - Merenda con i bimbi

Alzi la mano chi non ha mai bambini in casa. Tra figli, nipoti o pargoli di amici, spesso capita di avere come ospiti dei piccoli hobbit. Abbiamo pensato, quindi, a una soluzione pomeridiana, che consenta agli adulti di lasciarsi andare in chiacchiere, mentre i bambini si godono un simpatico film e una merenda salutare senza burro o grassi animali. Una Crostata ai frutti di bosco che potrà piacere anche alle mamme, senza andare ad inficiare sulla dieta. Inoltre il film scelto, Hotel Transylvania, può essere visto anche dai genitori visto che racconta quanto sia difficile per una madre o un padre veder crescere i propri figli e doverli lasciare andare...

La ricetta
Crostata ai frutti di bosco






INGREDIENTI per 8 persone:

-         1 uovo intero;
-         1 tuorlo d’uovo;
-         1 albume d’uovo;
-         100 g. di zucchero
-         100 g. di farina 00:
-         200 g. di farina di farro biologica;
-         4 cucchiai di olio evo;
-         1 cucchiaino di lievito per dolci;
-         buccia grattugiata di mezzo limone;
-         160 g. di marmellata ai frutti di bosco biologica.



PREPARAZIONE (60 minuti):

Formare la pasta frolla mescolando in una ciotola con una forchetta l’uovo intero, il tuorlo, lo zucchero, l’olio e la buccia di limone. Aggiungere poco alla volta le farine precedentemente mescolate con il lievito. Continuare a lavorare con la forchetta fino a formare un impasto morbido e compatto. Lavorare l’impasto con le mani e formare una palla. Ricoprire l’impasto con la pellicola trasparente e farlo riposare in frigo per almeno 2 ore.
Togliere la pasta frolla dal frigo e dividerla in due porzioni. Stendere con il matterello entrambe le parti tra due fogli di carta forno infarinati. Utilizzarne una come base della crostata da stendere su di una tortiera bassa e ricoprirla con la marmellata. Con la restante parte di frolla, creare delle strisce con cui decorare la parte superiore della crostata. Spennellare il tutto con l’albume d’uovo.
Cuocere in forno caldo ventilato a 180° per 40-45 minuti.

Alessandro Ricchi



La recensione
Hotel Transylvania   








E se il Conte Dracula non bevesse più sangue umano? Se fosse un genitore amorevole e protettivo? Queste le premesse del divertente Hotel Transylvania, film prodotto dalla Sony Pictures Animation per la Columbia Pictures. Il Conte Dracula ormai non è più un mostro succhiasangue: lo scopo della sua eternità è quello di proteggere la figlia Mavis dai malvagi esseri umani, che la userebbero solo come cavia da laboratorio. Per meglio tutelare l’incolumità della piccola, Dracula costruisce l’Hotel Transylvania, un luogo dove tutti i mostri possono rifugiarsi in completo relax, lontani dal mondo umano. Nel corso di un secolo, il resort diventa un punto di riferimento per il mondo paranormale e Dracula non può che esserne felice. Purtroppo per lui, Mavis si sente in trappola e vorrebbe vivere la sua adolescenza, per gli immortali i 118 anni fanno ancora parte dell’adolescenza, viaggiando e conoscendo gli esseri umani. Il giorno del compleanno di Mavis si avvicina e Dracula ha invitato tutti gli zii mostri per festeggiare: il simpatico Zio Mummia, l’amorevole zio Frankenstein e signora e lo zio Uomo Lupo, con moglie e numerosa e chiassosa prole al seguito. Inaspettatamente, arriva all’Hotel anche un essere umano: Jonathan. Fra lui e Mavis scocca subito la scintilla e da allora saranno guai seri per Dracula…
Già si parla di un sequel per il 2015: così alti gli incassi americani che Tartakovsky è stato ingaggiato per proseguire le avventure di questo moderno Conte Dracula, che sta spopolando anche in Italia. I motivi di tale successo sono palesi: la storia è vivace - una ventata d’aria fresca fra i film d’animazione – e la sceneggiatura è intrisa di humour nero, sarcasmo e dolcezza. Gag esilaranti e situazioni comiche sono il fulcro del film, pur con la presenza di diverse battute a sfondo sessuale di cui i bambini non coglieranno il senso. D’altra parte, con Shrek è cominciata la vera rivoluzione dell’animazione: ormai è un genere indirizzato più ad un pubblico adulto. Merito indiscusso di Tartakovsky è far comunicare le emozioni dei suoi personaggi col corpo e la mimica facciale, mettendo in secondo piano i dialoghi. Una lezione imparata dal cinema muto, che prediligeva la tecnica slapstick (utilizzo della gestualità e delle espressioni delle silhouette degli attori ndr). Col cartoon per la tv Il laboratorio di Dexter, Tartakovsky ne aveva saggiato le potenzialità, ma con Hotel Transylvania le sfrutta al massimo. Tutti i personaggi hanno le loro peculiarità e caratteristiche distintive. Dracula è flessuoso, sinuoso ed elegante; la Mummia paffuta e tondeggiante nei movimenti; Frankenstein squadrato e impacciato e l’uomo lupo peloso e granitico. E che dire delle espressioni? Perfette. Questi personaggi sono quasi più comunicativi degli attori in carne ed ossa. Bellissima, non a caso, la sequenza del ballo con i giochi di sguardi fra Mavis e Jonathan, che farebbero impallidire persino Maria e Tony di West Side Story. Il film, nel suo complesso, esamina l’amore filiale e le problematiche generazionali fra genitori e figli. Il protagonista incontrastato è, infatti, il Conte Dracula e non le vicende sentimentali di Mavis, che sono comunque diretta conseguenza del comportamento paterno. Dracula è un genitore premuroso e protettivo, che vorrebbe sempre salvaguardare l’incolumità di Mavis, che molto ricorda il comportamento di Marlin col figlio Nemo né Alla ricerca di Nemo. E, proprio come il pesciolino, anche Mavis si sente continuamente oppressa dai dettami paterni e vorrebbe spiccare il volo (letteralmente, con le ali da pipistrello e una valigia fra le zampette!). Chi, da figlio, non ha mai avuto la voglia di camminare con le proprie gambe ed esplorare il mondo e chi, poi, cresciuto e genitore, non ha le stesse paure di Dracula? Ogni padre e madre vorrebbe preservare il più a lungo possibile l’innocenza dei figli ma, come dice anche Kahlil Gibran, i genitori sono gli archi e i figli le frecce; il loro compito è donargli la forza necessaria per lanciarli il più lontano possibile. E questa è una lezione che Dracula imparerà a proprie spese. Ottimo il duo Dracula e Jonathan – una spalla davvero spassosa per il Conte – che, restando in tema disneyano, ricorda il legame fra Marlin e Dory. I due comprimari hanno, infatti, la stessa funzione: far comprende ai protagonisti che divertimento e spasso non sono sempre sinonimi di pericolo e guai. Impossibile non notare l’analogia fra la sequenza delle meduse nel film Disney e quello dei tavoli volanti per Tartakovsky. Bravi gli attori/doppiatori Claudio Bisio – Dracula – e Cristiana Capotondi – Mavis –, che nulla tolgono al brio e allo spirito della versione originale. Un’ultima nota rilevante è la stoccata a Twilight fatta dal Conte: davvero esilarante anche per i fan più accaniti della Meyer.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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