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giovedì 5 giugno 2014

Serata tipo - Padre e figlio con street food

Con l'arrivo (finalmente!) dell'estate, arriva anche la voglia di picnic. E cosa si abbina meglio a una bella scampagnata se non dello street food? Dopo il FaKebab vi proponiamo il FaKebab di mare, con dei deliziosi wurstel di salmone. Questo post, come già il precedente Padri e figli, è dedicato a tutti quei genitori che non riescono a dedicare tempo sufficiente alla famiglia. Sicuramente una gita fuori porta con golosità succulente fa al nostro caso. Poi di ritorno a casa, sarà bellissimo rilassarsi sul divano e godersi Real Steel, uno sci - fi intelligente che affronta con sagacia le difficoltà del rapporto tra generazioni. 

La ricetta
FaKebab di mare




INGREDIENTI per 2 persone:

-          2 sfoglie di pane azzimo morbido biologico;
-          200 g. c.a. di wurstel di salmone;
-          200 g. c.a di scamorza affumicata;
-          4 foglie di cavolo bianco;
-          10 pomodorini Pachino;
-          2 cucchiaini di senape;
-          4 cucchiai di maionese;
-          1 pizzico di pepe.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Pulire e tagliare le foglie di cavolo a striscioline, unirle ai pomodorini tagliati in 4 parti, alla senape e alla maionese e impastare con un cucchiaio formando un’insalata di cavoli cremosa. Cuocere i wurstel divisi a metà su una piastra su entrambi i lati, aggiungere la scamorza tagliata a fettine, farla sciogliere. Prendere una sfoglia di pane azzimo, adagiarla su un foglio di carta-alluminio, mettere l’insalata di cavolo, un pizzico di pepe e sopra i wurstel con formaggio. Arrotolare chiudendo bene ai lati.
Impiattare tagliando a metà il rotolo.

Alessandro Ricchi


La recensione
Real Steel







2020. In un’epoca non troppo lontana dalla nostra c’è una novità sostanziale nel mondo dello sport: nella boxe gli umani sono stati sostituiti dai robot. Il pubblico, infatti, insoddisfatto dai semplici incontri fra uomini, chiedeva sempre più violenza e sangue. Chi meglio dei robot avrebbe potuto soddisfare tale richiesta? In questo universo troviamo Charlie Kenton, ex giocatore professionista di boxe, che sbarca il lunario mettendo insieme pezzi di scarti metallici per costruire robot e passare da un incontro di boxe all'altro. Un giorno Charlie viene contattato da un avvocato: la sua ex, nonché madre di suo figlio da lui mai riconosciuto, è morta. Ora un giudice dovrà decidere a chi affidare il piccolo Max. Charlie, subodorando che la sua ex cognata si sia sposata un uomo ricco ed importante, decide di sfruttare la situazione: passerà l’estate con il ragazzo e dopo cederà l’affido alla zia, in cambio di una somma considerevole. Quello che Charlie non ha calcolato nel suo piano è proprio Max, che si rivela tutt’altro che un ragazzino sprovveduto.
Un film di fantascienza? Un film drammatico? Di avventura? Real Steel, regia di Shawn Levy (Una notte al museo, Notte folle a Manhattan) è tutto questo. Il robot è qui un elemento in più rispetto ad altri film che parlano di sport e, nello specifico, di pugilato. Perché questa è la storia di un riscatto, di una redenzione, una sorta di Rocky (il primo, il migliore) in versione fantascientifica. Ciò che Charlie cerca è scrollarsi dalle spalle la costante sensazione del fallimento e, soprattutto, voler riconquistare la propria dignità di uomo e di boxer. In fondo è stato già raccontato: lo sport come mezzo di espiazione delle proprie colpe, come mezzo per raggiungere un gradino in più, per elevarsi ed emergere. E qui, entra in gioco Max che vuole dimostrare che anche il più emarginato, quello su cui nessuno scommetterebbe più, può ancora farcela e vincere. Tratto dal racconto Steel del brillante scrittore Richard Matheson (Io sono Leggenda) Real Steel affronta anche parzialmente il tema tanto caro ad Asimov: può un robot provare sentimenti? Il film, infatti, non ci dà nessuna risposta definitiva ma lancia la palla al pubblico per la decisione finale (e qui, fra romantici e non, ognuno troverà la soluzione che preferisce). Buona la sceneggiatura di John Gatins e Leslie Bohem. E’ loro il merito di far coesistere, con maestria, umani e robot al punto tale da farlo sembrare una futura conseguenza delle scoperte di oggi; la vera forza del film è in questa presenza – non presenza della fantascienza. Grazie a questa sceneggiatura ben orchestrata, la storia di Max e Charlie coinvolge facendoti ridere, sorridere e, perché no, anche commuovere. Ovviamente la bella e semplice regia di Levy esalta la storia, i paesaggi e, sicuramente, i combattimenti fra i robot. Produttori del film sono due nomi importanti del cinema americano: Steven Spielberg e Robert Zemeckis. Proprio Spielberg ha preso parte attiva al design dei robot facendo sì che non tutto venisse realizzato in digitale. Gli artisti della Legacy Effects hanno creato, così, una serie di pugili meccanici, ognuno dotato di una propria personalità e design, che hanno ottenuto l’approvazione di Spielberg stesso. E i risultati si vedono sul grande schermo: decisamente affascinanti.
Bravo Hugh Jackman, alias Charlie, che duetta perfettamente con Evangeline Lilly (la Kate di Lost). La vera sorpresa, però, è Dakota Goyo (Max): sarà anche piccolo ma è già un attore che supera egregiamente i colleghi più grandi e che ha una marcia in più rispetto a diversi suoi coetanei.
Real Steel è un film piacevole da vedere e che si lascia apprezzare per la semplicità dei sentimenti che racconta.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!


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