Eccoci arrivati all'ultima partita del 6 Nazioni di Rugby. In quest'ultimo scontro, l'Italia affronterà l'Inghilterra e dovrà mettercela tutta per vincere e non prendere il canonico cucchiaio di legno, premio in negativo simbolico che va alla squadra che arriva ultima nel torneo. Quindi: forza azzurri! Per sostenerli, abbiamo realizzato una Cake Match 2 e vi abbiamo abbinato Il terzo tempo, film tutto italiano dedicato al mondo del rugby. Chiudiamo questo post incrociando le dita!
La ricetta
Cake Match 2
INGREDIENTI per 6 persone:
-
200 g. di zucchero;
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150 g. di farina;
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100 g. di fecola di patate;
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5 uova;
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buccia di un limone grattugiata;
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1 bustina di lievito per dolci (16 g.);
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crema alla nocciola (Quella lì) 400 g.
INGREDIENTI per la decorazione:
-
pasta di zucchero per copertura colori verde, bianco,
rosso;
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300 g. di ghiaccia reale;
-
70 ml. di acqua
PREPARAZIONE (60 minuti):
Montare le uova insieme allo
zucchero per almeno 20 minuti. Aggiungere poco per volta la farina, il lievito
e la fecola di patate, precedentemente setacciati, e la buccia del limone.
Continuare a montare per altri 10 minuti.
Imburrare e infarinare la teglia
da forno e rovesciarci sopra l’impasto. Cuocere in forno caldo e ventilato a
180° per circa 35 minuti. Non aprire mai il forno, togliere il pan di spagna
solo dopo 10 minuti dalla fine della cottura.
Dopo aver fatto freddare il pan
di spagna tagliarlo formando un rettangolo, poi tagliarlo ancora a metà
orizzontalmente e farcirlo con crema alla nocciola.
Dentro una cocottina mescolare il
composto per la ghiaccia con l’acqua fino ad ottenere una crema morbida.
Stendere la pasta verde con un
matterello formando un rettangolo della stessa grandezza del pan di spagna.
Ricoprire la torta con la ghiaccia e dopo stenderci sopra la pasta verde.
Realizzare con la pasta bianca le linee
di un campo da rugby. Con la pasta bianca, verde e rossa creare due scudetti,
uno dell’Italia e l’altro dell’Inghilterra e attaccarli sui bordi della torta
aiutandosi con la ghiaccia. Per i pali utilizzare stecchini grandi.
Alessandro Ricchi
La recensione
Il terzo tempo
Samuel è un ragazzo cresciuto
in un contesto familiare difficile, che entra ed esce dal riformatorio. Il
magistrato di sorveglianza, finito l’ennesimo periodo di reclusione, lo affida
all’assistente sociale Vincenzo e comincia a farlo lavorare in un’azienda
agricola. Vincenzo è un ex giocatore di rugby che dopo la morte della moglie
non è più riuscito a riprendersi e che attualmente allena la Frascati Rugby
con scarso successo. Samuel riesce ad adattarsi con difficoltà al nuovo lavoro
e alla nuova vita, ma Flavia, figlia di Vincenzo, lo aiuta a integrarsi. Un
buon esordio quello di Enrico Maria Artale. Seppur ingenuo in alcune sequenze e
in alcuni passaggi della sceneggiatura, Il terzo tempo è un film gradevole.
Peccato per il cambiamento di Samuel dall’emarginazione all’integrazione nella
squadra: avviene troppo repentinamente e con passaggi non molto consequenziali.
Il personaggio di Samuel, seppur non innovativo, si discosta dai soliti
stereotipi come anche quelli di Vincenzo e di Flavia. Infatti, è facile
comprendere fin da subito quali saranno i ruoli dei vari personaggi nel film,
ma grazie alla buona sceneggiatura, la storia non annoia, ma anzi mantiene alta
la curiosità. Ovviamente l’opera di Artale affronta il tema della salvezza
attraverso uno sport, che riesce a far cambiare la vita anche al più pessimista
degli uomini. Il regista, poi, ha scelto una disciplina ad hoc: il rugby. Per
sua natura, questo sport crea un senso di appartenenza a un gruppo, crea
coesione, fiducia in se stessi e negli altri, elementi che sono sempre mancati
nella vita di Samuel, portandolo così su una brutta china. Il film, in questo
senso, ricalca molte pellicole americane come Rocky, Lassù qualcuno mi ama oppure
Cinderella man. Un tentativo davvero ammirevole che si discosta dalle solite
storie per adolescenti e che viene veicolata da una buona regia e una buona
padronanza del mezzo. Le sequenze dedicate allo sport sono state realizzate
abilmente e Artale le costruisce con stili differenti, in base ai diversi stati
d’animo del protagonista: con telecamera libera e primi piani nelle partite
iniziali in cui si sente isolato, alla bellissima sequenza rallenti della
partita finale in cui ci sono panoramiche dei passaggi fra i giocatori. Bravi
gli attori Lorenzo Richelmy (Samuel) e Stefano Cassetti (Vincenzo).
Elena Mandolini
Buone pappe e buon film!
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