Oggi, sabato 8 marzo, non è solo la festa della donna (auguroni a tutte!), ma anche il giorno della partita Irlanda - Italia del torneo 6 Nazioni di Rugby, che verrà giocata a Dublino. Purtroppo per noi, non siamo potuti andare nella Terra di Smeraldo e, per compensare questa mancanza, abbiamo realizzato la Cake Match, una semplice torta di soffice pan di spagna, farcita con Quella deliziosa e famosa crema alle nocciole. Essendo il primo esperimento di cake design, siamo rimasti sul semplice per le decorazioni, ma stiamo lavorando per voi. Ovvero prima si impara a camminare e poi a correre! Come film abbiamo scelto il recente Philomena, storia vera ambientata per metà nell'Irlanda anni '50, che come protagonista ha una energica donna irlandese, interpretata dalla strabiliante Judi Dench.
La ricetta
Cake Match
INGREDIENTI per 6 persone:
-
125 g. di zucchero;
-
125 g. di farina;
-
3 uova intere;
-
buccia di un limone grattugiata;
-
1 bustina di lievito per dolci (16 g.);
-
crema alla nocciola (Quella lì) 400 g.
INGREDIENTI per la decorazione:
-
pasta di zucchero per coperture nei colori: bianco,
azzurro, rosso, verde;
-
colorante alimentare marrone;
-
330 g. di ghiaccia reale;
-
75 ml. di acqua
PREPARAZIONE
(50 minuti):
Montare le
uova insieme allo zucchero per almeno 20 minuti. Aggiungere poco per volta la
farina e il lievito, precedentemente setacciati, e la buccia del limone.
Continuare a montare per altri 10 minuti.
Imburrare e
infarinare la teglia da forno e rovesciarci sopra l’impasto. Cuocere in forno
caldo e ventilato a 180° per circa 35 minuti. Non aprire mai il forno, togliere
il pan di spagna solo dopo 10 minuti dalla fine della cottura.
Dopo aver
fatto freddare il pan di spagna tagliarlo a metà orizzontalmente e farcirlo con
crema alla nocciola.
Dentro una
cocottina mescolare il composto per la ghiaccia con l’acqua fino ad ottenere
una crema morbida.
Stendere la
pasta verde e azzurra con un mattarello. Ricoprire la torta con la ghiaccia e
dopo stendere su metà della torta la pasta verde e sull’altra metà quella
azzurra. Realizzare con la pasta bianca un mini pallone da rugby della
grandezza di circa 6 cm. e con i rebbi della forchetta disegnare la cucitura
del pallone e infine dipingerlo con il colorante alimentare marrone. Mentre si
asciuga il pallone realizzare con la pasta bianca un quadrifoglio della
grandezza di circa 7 cm.
Comporre con
la pasta bianca, rossa e verde uno scudetto dell’Italia della grandezza di
circa 6 cm. Far aderire sopra la torta i tre disegni aiutandosi con la restante
ghiaccia.
Irlanda,
1952. Philomena Lee è un’ingenua adolescente che rimane incinta a seguito di un
rapporto avuto con un affascinante ragazzo, conosciuto alla fiera del paese.
Cacciata di casa, viene mandata al convento di Roscrea, dove ragazze nelle sue
stesse condizioni e ritenute peccaminose, vengono aiutate nel percorso di
redenzione. Philomena, come anche le altre giovani
madri, lavora all’interno del convento e può vedere il proprio figlio solo
un’ora al giorno. Dopo tre anni, il figlio le viene strappato via e viene dato
in adozione a una coppia facoltosa. Dopo cinquant’anni Philomena, che ha
cercato il figlio invano, trova un valido aiuto nel giornalista Martin
Sixsmith. Philomena è una storia vera
tratta dal libro The lost child of
Philomena Lee scritto proprio da
Sixsmith. Il film racconta un periodo oscuro della chiesa cattolica nell’Irlanda
degli anni ’50, ovvero la vendita di bambini a ricche coppie americane e spesso,
nel corso del film, vengono lanciate diverse stoccatine al Cattolicesimo e alle
relative riserve sul sesso. Argomenti ostici da trattare, ma il regista Stephen
Frears ha saputo raccontarli senza scene patetiche o drammi eccessivi, ma anzi
usando elementi divertenti. Proprio grazie a quei momenti spiritosi e ironici,
le sequenze più dolorose diventano vere e concrete: è la vita, si ride e si
piange. Philomena è ingenua, ma non stupida e Martin è un uomo deluso dalla
vita, che comunque ha ancora una scintilla nel petto; grazie a queste diversità
i due insieme funzionano alla perfezione, si compensano e si aiutano nel capire
l’uno i difetti dell’altro. Merito di questa perfezione, ovviamente, è
l’alchimia tra Judi Dench e Steeve Coogan. Il film si è aggiudicato il
Premio per la Sceneggiatura alla 70° Mostra internazionale d’arte
cinematografica di Venezia. Da vedere per chi ha voglia di ridere piangendo e
di piangere ridendo.
Elena Mandolini
Buone pappe e buon film!
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