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domenica 2 marzo 2014

Serata tipo - Intolleratamente golosi!

Questo blog vorrebbe essere una guida per chiunque ami la tavola, la buona cucina e i film. L'altro giorno eravamo a cena da Linda, un'amica intollerante al lattosio, che si lamentava della "tristezza" di vedere piatti succulenti nei vari programmi TV, ma che per lei sono intoccabili, oppure che nell'andare a cena fuori molti ristoranti non offrono un'adeguata alternativa a chi soffre di problematiche alimentari. Per quanto ci riguarda, pensiamo che tutti debbano godere di una buona e sfiziosa cucina. Quindi eccovi i Cavatelli pugliesi alla crema di salmone, una ricetta non solo adatta agli intolleranti al lattosio, ma anche a chi vuole rimanere leggero. Grazie, infatti, all'utilizzo della crema di riso il piatto risulta più digeribile, senza nulla togliere al gusto della panna classica e senza andare a intaccare il sapore del salmone. In tema di leggerezza vi proponiamo Zoran, il mio nipote scemo che grazie alla magistrale interpretazione di Giuseppe Battiston riesce a toccare sia i toni della commedia, che quelli del dramma.


La ricetta
Cavatelli pugliesi alla crema di salmone




INGREDIENTI per 2 persone:

-         200 g. di cavatelli pugliesi;
-         200 g. di salmone affumicato;
-         200 ml. di crema di riso;
-         1 bicchiere di latte di riso;
-         10 pomodorini pachino;
-         2 peperoncini;
-         1 manciata di semi di finocchio;
-         olio evo, prezzemolo: q.b.



PREPARAZIONE (30 minuti):

In una padella con coperchio cuocere con l’olio e i peperoncini i pomodorini divisi in quattro parti; farli appassire. Nel frattempo tagliare il salmone a dadini, frullarne metà con la crema e il latte di riso e lasciare da parte l’altra metà. Mettere la crema di salmone nella padella con i pachino, amalgamare e cuocere per un minuto, aggiungere il restante salmone e cuocere per un altro minuto, aggiungere i semi di finocchio.
Cuocere i cavatelli in abbondante acqua salata, scolarli al dente e saltarli nella padella con la crema di salmone aiutandosi con acqua di cottura. Impiattare con un fiore di salmone affumicato e del prezzemolo tritato.

Alessandro Ricchi



La recensione
Zoran, il mio nipote scemo




Paolo Bressan è un uomo insoddisfatto della sua vita. Amareggiato e incattivito, non perde occasione per maltrattare chi gli è vicino. Passa le sue giornate nell’osteria di Giustino e tenta in tutti i modi di riconquistare l’ex moglie Stefania, ora risposata con Alfio. Un giorno, viene a sapere che una lontana zia slovena è morta e come ultime volontà gli chiede di occuparsi, temporaneamente, del nipote minorenne Zoran. Sarà proprio questo strano ed eccentrico adolescente a scavare sotto la scorza di Paolo. Zoran – Il mio nipote scemo è l’opera prima del regista friulano Matteo Oleotto. Un’opera prima molto coraggiosa che si allontana molto dalle storie troppo spesso raccontate nel cinema italiano. Niente ragazzini ingenui, nessuna retorica, nessuno stereotipo, zero superficialità. Il personaggio di Paolo è antipatico, cattivo, fastidioso e tanti altri sinonimi connessi. Quello che più lo descrive, però, è il termine che comincia con la S. Il merito del regista è di non aver paura di spingere l’acceleratore e dimostrarci fino dove si possa spingere l’animo approfittatore di un uomo penoso. Abbandonato a se stesso, Paolo mangia (troppo) e beve (sempre fino all'eccesso) ma riesce comunque a suscitare affetto. Perché la forza di questo personaggio è proprio questo aspetto duplice: il bastardo e il solitario. E che dire di Battiston? Semplicemente perfetto!

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!


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