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domenica 27 aprile 2014

Serata tipo - Italian Fast Food

Quante volte guardiamo la pubblicità di famosi fast food americani, con tanto di panini traboccanti di pancetta croccante e con colante formaggio fuso? Vorremmo tanto mordere quella delizia, ma poi ci rendiamo conto che è anche traboccante di grasso e colesterolo. Esiste, però, un semplice sistema per togliersi la voglia di Fast Food ed è quella di realizzarli a casa nostra coi fantastici prodotti italiani di cui abbondiamo. Eccovi, quindi, la nascita dell'Italian Fast Food di Tony! Per festeggiare tale evento, vi presentiamo il Grande Tony Burger: una vera goduria per gli occhi, una vera soddisfazione per lo stomaco! Come film, abbiamo deciso di abbinarci Il violinista del Diavolo, il recente biopic su Paganini: un italiano diventato famoso oltre le Alpi, un vero precursore delle moderne rock star (almeno per come viene descritto nel film!).



La ricetta
Grande Tony Burger









INGREDIENTI (per uno stomaco forte o per 2 persone):

-         1 panino di grano duro italiano;
-         2 hamburger di manzo;
-         1 hamburger di pollo;
-         4 fettine di pancetta;
-         2 fettine di lardo toscano;
-         4 fettine di provola affumicata;
-         2 fettine di formaggio di pecora;
-         mezza zucchina;
-         1 cipolla rossa di Tropea;
-         2 foglie di lattuga;
-         3 fette di pomodoro;
-         1 peperoncino;
-         1 cucchiaio di zucchero di canna;
-         olio, maionese, salsa barbecue, aceto balsamico: q.b.


PREPARAZIONE (15 minuti):

Tagliare la cipolla sottilmente, soffriggerla in padella a fuoco dolce con l’olio e il peperoncino. Sfumare con l’aceto balsamico, aggiungere lo zucchero e fare caramellare.
Tagliare la zucchina sottilmente per il senso della sua lunghezza e cuocere sul grill.
Cuocere gli hamburger su una piastra, su quello di pollo metterci sopra le fettine di formaggio di pecora e dopo sciolto il lardo; su quelli di manzo metterci sopra la provola e dopo sciolta la pancetta precedentemente saltata in padella.
Montare il panino partendo dal basso seguendo questo ordine: pane, maionese, 1 foglia di lattuga, 1 fetta di pomodoro, hamburger di manzo con provola e pancetta croccante, salsa barbecue, cipolle caramellate, hamburger di pollo con formaggio di pecora e lardo, 1 fetta di pomodoro, maionese, zucchine grigliate, hamburger di manzo con provola e pancetta croccante, salsa barbecue, 1 fetta di pomodoro, 1 foglia di lattuga, maionese, pane.

Alessandro Ricchi


La recensione
Il violinista del Diavolo







1830. Niccolò Paganini è un virtuoso violinista che ancora non ha trovato il modo di farsi conoscere al grande pubblico. Un giorno, però, viene contattato da un mefistofelico uomo, tale Urbani, che gli propone un patto: diventerà il suo impresario e lo porterà alla fama, ma il giorno in cui morirà avrà tutto, compresa la sua anima. Così Paganini diventa acclamato in tutta Europa e un famigerato donnaiolo. E se non fosse stata solo una diceria? Se il talento di Niccolò Paganini fosse dipeso da un patto col Demonio in persona? Il film di Bernard Rose si focalizza su questo aspetto della vita del virtuoso musicista, tanto da intitolarlo Il violinista del Diavolo, come spesso veniva denominato Paganini all’epoca. Il perché è da ricercarsi nella velocità dell’esecuzione e nella precisione delle sue mani che si muovevano con un’abilità sovrumana. Il film comincia con un giovane e donnaiolo Paganini, frustrato perché incompreso nel suo talento e nel suo evidente genio musicale. Qualcuno, però, ha notato il suo talento: il misterioso e mefistofelico Urbani. Paganini stringe un patto con Urbani che diventa il suo tutto fare e soprattutto un magico impresario che lo porta alla fama, al successo e alle donne. La fama del talento di Paganini, cresce così di pari passo ai suoi sperperi e sulle storie di amori e passioni.  Urbani è sempre pronto ad aiutarlo, ma anche a sfruttarlo per suo tornaconto personale e, che sia il Diavolo o meno, è un aspetto che resta in bilico per tutto il film, tranne nel finale dove si comprende tutto. Il film di Bernard Rose, seppur appetibile sulla carta, ha un andamento altalenante: a tratti si ama il film, a tratti diventa banale e troppo semplicistico nell’analisi di un artista così importante e che troppe volte appare come uno sciocco burattino nelle mani machiavelliche di Urbani. Certo è che Paganini nel film diventa una vera rock star, dannatamente sexy, dispotica e misteriosa, con fan che svengono a ogni colpo di archetto (con tanto di allusioni sessuali sparse per tutto il film). Ovviamente il bel volto e il talento del musicista David Garrett contribuiscono a creare un Paganini sensuale e intrigante ma, in molte sequenze, è troppo evidente che sia alla sua prima esperienza come attore. Molte scene perdono di appeal proprio per la sua inesperienza, ma la sua musica compensano queste mancanze attoriali, tant’è che i momenti più emozionanti sono proprio legati alle sue esecuzioni. Bravo, sempre bravo, Jared Harris (la nemesi del Sherlock Holmes di Guy Ritchie). Alla fine di tutto, il film si riduce a una nuova versione del Faust di Goethe, con un protagonista che deve barcamenarsi tra la dannazione e l’innocenza rappresentata da una giovane donna.

Elena Mandolini


Buone pappe e buon film!

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