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domenica 9 febbraio 2014

Serata tipo - Cena con le amiche

Quando ci vuole, ci vuole. Serata solo donne. Uomini off limits. In casa, per meglio chiacchierare e lasciarsi andare, anche restando in jeans e maglietta, eccovi una ricetta di facile preparazione, ma assai appagante per il palato: una rivisitazione degli straccetti, gli Straccetti a modo mio. Un film ideale da vedere con le amiche più care è Shame, un'opera amara e dolorosa, ma che fa breccia nel cuore di chi lo guarda, grazie a diverse tematiche affrontate: amore, passione, infanzia difficile e rimpianti. In oltre c'è anche il bravo e sexy Michael Fassbender, che è un vero piacere da vedere. Enjoy!


La ricetta 
Straccetti a modo mio






INGREDIENTI per 2 persone:

-         500 g. di carpaccio di bovino;
-         100 g. di farina 00;
-         1 spicchio d’aglio;
-         1 rametto di rosmarino;
-         1 peperoncino;
-         1 cucchiaino abbondante di paprika forte;
-         un cucchiaino abbondante di salvia tritata;
-         una manciata di rucola;
-         una manciata di scaglie di parmigiano;
-         sale, vino bianco: q.b.


PREPARAZIONE (20 minuti):

Tagliare il carpaccio a straccetti. Unire la farina con la paprika e la salvia e infarinare gli straccetti. Nel frattempo in una padella soffriggere l’aglio tagliato a metà e privato dell’anima insieme al rosmarino e al peperoncino. Togliere l’aglio e il rosmarino appena iniziano a dorarsi, aggiungere gli straccetti, cuocerli a fuoco vivace, aggiungere un pizzico di sale. Farli dorare e sfumarli con il vino bianco.
Impiattare mettendo gli straccetti al centro del piatto, ricoprirli con la rucola, le scaglie di parmigiano e un filo d’olio.

Alessandro Ricchi



La recensione
Shame






Brandon è un trentenne di origini irlandesi che vive e lavora a New York. La sua vita sembra perfetta: è un uomo affascinante, ha un lavoro fisso e un bell’appartamento. Forse la routine, forse un passato di violenze che non viene mai esplicitato, Brandon non vive una sessualità sana. Prostitute, incontri occasionali e video hard fanno parte del suo quotidiano. La sua vita entra veramente in crisi col ritorno della sorella Sissy, cantante dal passato autodistruttivo, che non riesce ad avere una relazione stabile con un uomo. I due si ritroveranno a convivere e a confrontarsi con i propri fantasmi…
Due persone ferite, due anime sull’orlo dell’autodistruzione. Steve McQueen dopo il militante dell’IRA Bobby Sands che si imponeva scioperi della fame in Hunger, torna dietro la macchina da presa col film che ha sconvolto l’ultimo Festival di Venezia. Shame, letteralmente vergogna, è un film autoriale, è una storia di personaggi, è un pugno nello stomaco, è uno scorcio di qualche settimana sulle vite di due anime incrinate, che vorrebbero solo sopravvivere. Pochissimi cambi di scena, lunghe sequenze e un montaggio semplice sono il simbolo della quotidiana vita del protagonista Brandon. Più che vivere il suo è un trascinarsi nelle giornate, una routine mortale che sopporta senza scrollare le spalle, senza battere ciglio. Il suo unico obbiettivo è il raggiungimento del piacere fisico, poco importa quale sia il mezzo per raggiungerlo. Ecco, poi, il suo alter ego femminile: la sorella Sissy. Dolce ed affascinante la ragazza porta il peso maggiore sulle spalle. Autolesionista, alla continua ricerca di affetto, la ragazza si rifugia in relazioni sbagliate e nelle braccia di uomini che la sfruttano e poi la gettano via. I due, però, come ammette la stessa Sissy, non sono persone cattive ma provengono da un posto cattivo. Cosa i due fratelli abbiano passato però non ci verrà mai raccontato. Tramite dialoghi al vetriolo, si riesce ad intuire un passato difficile da cui i due voglio sfuggire ma non riescono a liberarsi. Bellissima la resa del rapporto fra Brandon e Sissy: sempre sul filo del rasoio, sempre sul baratro pronti a crollare o fra le lacrime oppure a suon di insulti. Una sceneggiatura ben scritta, realizzata a quattro mani da McQueen stesso e da Abi Morgan. Niente superficialità, niente frasi superflue, qui è tutto nudo e crudo. La loro è la reincarnazione ideale di una sceneggiatura perfetta che ogni scrittore vorrebbe realizzare: far dire tutto senza farlo dire realmente. Anche la regia rispecchia questa teoria; una regia che non ha paura di mostrare nudi integrali, scene di sesso o scene violente. Come se fosse reale, come se fosse un documentario, niente ci viene nascosto. McQueen sembra quasi volerci dire che è questa la realtà e che è inutile non mostrarla, tanto sarebbe valso raccontarci un’altra storia. Inevitabilmente resti coinvolto nella vita di Brandon e Sissy; speri che qualcosa arrivi a cambiare le loro vite e aspetti, e aspetti… Ovviamente la riuscita del film è determinata dalla bravura dei due protagonisti. La giovane Carey Mulligan incarna una Sissy dolce e sensuale allo stesso tempo: perfetta. Ancor più perfetto è Michael Fassbender che non a caso con la sua interpretazione di Brandon ha vinto la Coppa Volpi a Venezia come miglior interprete maschile. Shame è uno di quei film che continua a ronzarti in testa anche molte ore dopo averlo visto. Ma non è questo, forse, l’obiettivo di un regista? Realizzare storie che, nel bene e nel male, restino indelebili? Per palati e stomaci più fini.

Elena Mandolini



Buone pappe e buon film!


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