In questi giorni stiamo seguendo il 6 Nazioni di Rugby e così ci è venuta la voglia di rivedere vecchie foto dello scorso anno, fatte durante le partite dell'Italia allo Stadio Olimpico. Tra le foto di Martin Castrogiovanni e Andrea Lo Cicero, sono uscite anche quelle della partita contro gli All Blacks, alias la Nazionale Neozelandese. Così Alessandro, da bravo Chef, ha iniziato a pensare alla cultura maori e a quali ingredienti utilizzino per i loro piatti. Di rimando, da brava critica cinematografica, ho iniziato a pensare a quali film abbiano meglio rappresentato questa suggestiva cultura. Eccovi quindi il Filetto di tonno alla New Zealand (creazione originale) e La ragazza delle balene. Questo post, oltre a essere dedicato a tutte le coppie in vena di romanticismo (inteso nel senso più amplio del termine), è per la nostra amica Chiara, antropologa doc. Non solo perché ama tanto la Nuova Zelanda e la cultura maori, ma perché, seppur sia italiana, sembra che questo amore la abbia invasa al punto tale, da averle fatto acquisire dei deliziosi lineamenti del Sud Pacifico.
La ricetta
Filetto di tonno alla New Zealand
INGREDIENTI per 2 persone:
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2 bistecche di tonno dello spessore di circa 2 cm.;
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6 kiwi;
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1 patata dolce grande;
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80 ml. di latte;
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1 cucchiaio di parmigiano;
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buccia grattata di mezzo limone;
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succo di mezzo limone;
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sale, olio evo, pepe rosa, noce moscata, sesamo, semi
di papavero, menta, zucchero, acqua: q.b.
PREPARAZIONE (30
minuti):
Impanare il tonno mischiando il sesamo e i semi di papavero.
Preparare un’emulsione con succo di limone, olio, pepe rosa macinato al momento
e alcune foglie di menta tritate.
Tagliare a fettine 4 kiwi, caramellarle in un padellino con
zucchero e acqua.
Sbucciare la patata, tagliarla a dadini e cuocerla al vapore
per 5 minuti. Schiacciarla con lo schiaccia patate, metterla in un pentolino
con il latte precedentemente scaldato, un cucchiaio d’olio, il parmigiano, il
sale, la buccia di limone e una grattugiata abbondante di noce moscata.
Tagliare i rimanenti 2 kiwi a metà e privarli della polpa.
Cuocere il tonno su una griglia per 3 minuti per lato.
Impiattare ponendo sul fondo del piatto le fettine di kiwi,
sopra il tonno con l’emulsione e alcuni grani di pepe rosa. Ai lati del tonno
mettere le 2 metà vuote del kiwi riempite di purè.
Alessandro Ricchi
Alessandro Ricchi
Nuova Zelanda. In una
delle tribù maori più importanti del paese, c’è grande fermento perché Porourangi,
figlio del severo capo Koro Apirana, sta per diventare padre di due gemelli, un
maschio e una femmina. L’attesa è più che altro per il maschietto che, essendo
il primogenito, avrebbe ereditato il titolo di capo. Secondo un’antica
leggenda, gli Apirana discendono dalla mitica figura di Paikea, un giovane uomo
(oppure un semidio?) che arrivò su quelle terre cavalcando una balena.
Purtroppo, durante il parto, muoiono sia la moglie di Porourangi che il figlio
maschio. Per Koro è una delusione e la sua furia esplode quando il figlio gli
dice che chiamerà la bambina proprio Paikea…
La ragazza delle balene,
tratto dal romanzo di Witi Ihimaera, è una di quelle opere che per apprezzarla
deve essere vista. La bellezza dei luoghi, dei canti maori e dello spirito di
Paikea possono anche essere descritti a dovere, ma non emozioneranno mai quanto
la visione del film. Il messaggio centrale del lungometraggio di Niki Caro è l’amore
per la propria cultura e per le proprie origini, che devono essere assolutamente
preservati. Koro è sicuramente un uomo duro, nonché un nonno e un padre severo,
ma questa sua durezza nasconde in realtà un amore e una dedizione profonda per
la cultura del proprio popolo. Con estremo rigore insegna ai giovani maori quei
canti, quelle leggende che possano un domani continuare a essere tramandate. La
memoria deve essere custodita e difesa dalla modernità e dall’incursione di
altre culture. Un pensiero che ogni paese dovrebbe far suo e regalare alle
nuove generazioni e che dovrebbe diventare una dottrina. In contrapposizione, c’è
proprio la figura di Paikea: un’adolescente che ama già la sua cultura e
vorrebbe che suo nonno capisse quanto. Paikea ha tutte le caratteristiche per
diventare il capo perfetto, quello che, secondo Koro, dovrebbe riportare in
auge i maori ma ha anche il demerito, secondo le antiche tradizioni maori, di
essere una femmina. Le donne maori, infatti, non possono praticare la lotta,
andare in canoa, oppure entrare in luoghi sacri deposti alla formazione dei
maschi della tribù. Paikea, però, dimostra di avere il vero spirito necessario
che manca proprio ai suoi coetanei maschi, per la serie: quando le regole
possono anche essere cambiate, senza stravolgerne il senso. Oltre a tutto
questo, il film ha una colonna sonora d’eccezione realizzata dall’artista Lisa
Gerrard, che assieme a Hans Zimmer ha vinto l’Oscar per la colonna sonora de Il
gladiatore. La ragazza delle balene ha vinto il premio come miglior film
straniero al Sundance 2013 e al BAFTA 2013, mentre al Toronto International
Film Festival il premio del pubblico; in oltre, grazie alla bella
interpretazione della giovane Keisha Castle – Hughes (Paikea), è arrivato fino
agli Academy Awards nella categoria Miglior attrice protagonista. Un ultima
nota arriva dal backstage del film e che a ancor di più ci fa comprendere
quanto La ragazza delle balene abbia colto in pieno lo spirito maori: quando la
giovane attrice Castle – Hughes praticava la lotta oppure saliva in canoa, sono
stati intonati dei canti per scongiurare la sfortuna che ne sarebbe derivata.
Da vedere per respirare un’aria di favola moderna.
Elena Mandolini
Elena Mandolini
Buone pappe e buon film!
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